Pubblichiamo un estratto del messaggio agli studenti inviato da mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca.
Cari amici e care amiche,
l’estate appena trascorsa fornisce molti spunti per l’avvio di questo nuovo anno scolastico: ci sono stati tristi episodi di cronaca che hanno acceso il dibattito sul disagio adolescenziale; alcune esaltanti imprese sportive hanno non solo suscitato una riflessione sulla cittadinanza, ma hanno posto l’accento sulle energie positive di tanti giovani, che hanno dato lustro al nostro Paese con i loro successi nelle competizioni olimpiche.
Mi sembra che quest’ultima esperienza vada valorizzata e proposta come bene augurante esempio per tutto il mondo della scuola, soprattutto per quello che riguarda gli atleti paralimipici.
A ben vedere, la scuola dovrebbe fare questo: aiutare bambini, ragazzi e giovani a tirare fuori il meglio di sé, proprio a partire dalla constatazione che nessuno è perfetto e che tutti hanno dei limiti con cui fare i conti.
Quello che serve è non smettere di sperare. Ogni limitazione può indurre a lasciar perdere, a lasciarsi cadere le braccia, perché “ormai non c’è più niente da fare”. Chi sa sperare, invece, vede sempre qualche spiraglio positivo, una possibilità residua e forse una strada inedita, che apre prospettive mai prima intuite. Molti degli atleti paralimpici, forse, non avrebbero vinto medaglie se fossero rimasti “normodotati”; magari non avrebbero neppure praticato uno sport! Questa è il meraviglioso effetto della speranza: nonostante tutto, guardare al domani con ottimismo e impegnarsi a fondo per fare del proprio meglio.
Il Giubileo che si aprirà a Natale ci invita a “riattivare la speranza”, per un mondo davvero capace di superare le tante contraddizioni di cui soprattutto i poveri fanno le spese. Tra di essi Papa Francesco, nella Bolla di indizione Spes non confundit, annovera anche le nuove generazioni. Scrive: “È triste vedere giovani privi di speranza; d’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia.
Chiedo e auguro alle scuole di ispirazione cristiana, che saluto con particolare simpatia, di essere in prima linea nell’ispirare alla speranza la propria opera educativa, aiutando gli studenti, le famiglie e il proprio personale ad accogliere con realismo e serenità i limiti propri e altrui, affinché ciascuno possa viverli come stimolo a fare sempre del proprio meglio. So che molti genitori apprezzano particolarmente questa attitudine a non scartare niente e nessuno, mettendo il massimo impegno a far crescere tutti secondo le proprie possibilità.
Auguro infine un anno pieno di “medaglie”, come frutto della fiducia e dell’impegno di ciascuno. Affido tutti all’intercessione della nuova santa lucchese, Elena Guerra, zelatrice dello Spirito santo, sorgente di ogni buona speranza.
Lucca, 16 settembre 2024, Primo giorno di scuola
+ Paolo Giulietti
In allegato il testo integrale.