Pubblichiamo un estratto del messaggio al mondo della scuola, inviato da mons. Giuseppe Favale, vescovo di Conversano-Monopoli.
Carissimi studenti, carissime studentesse,
questi giorni segnano per voi l’inizio di una nuova esperienza formativa nella comunità scolastica. Desidero raggiungervi tutti con questo mio saluto, non solo per augurarvi un sereno e proficuo anno scolastico, tempo di formazione e di apprendimento, ma anche occasione di crescita e di maturazione umana e relazionale. Mi piace ricordare sin da ora con voi che dal prossimo Natale vivremo un tempo di rinnovamento e di crescita nella fede con la celebrazione del Giubileo. Non so se ne avete mai sentito parlare: è un evento con forti connotazioni bibliche che ricorre ogni 25 anni e che vedrà la Chiesa impegnata in un rinnovato impulso di annuncio del Vangelo.
Perché ve ne parlo? Nella Bolla Spes non confundit, che è il documento con cui lo ha ufficialmente indetto, Papa Francesco invita i credenti e tutti gli uomini di buona volontà a guardare se stessi, la Chiesa e il mondo intero attraverso la lente preziosa della speranza. La vostra esperienza quotidiana basta a dirvi che oggi la speranza è un bene quanto mai necessario, in tutti certo, ma soprattutto in voi giovani, che tante volte sembrate schiacciati da paura, disorientamento e forse anche disperazione.
Chiediamoci allora: cosa è la speranza? Non è un sentimento vago che guarda a qualcosa di indefinito ed evanescente. Il cristiano sa che il suo sperare ha il fondamento nella persona di Gesù, che con la sua risurrezione ha vinto la morte e ha spazzato via ogni paura. Ed è Lui che trasmette coraggio per lottare contro il male, sempre in agguato nel cuore di ogni uomo e nella storia degli uomini.
La speranza non è attesa inoperosa di un qualcosa che accadrà attorno a noi e di cui noi siamo distratti o inermi spettatori. Certi della presenza di Gesù Risorto che cammina con noi, essa provoca il nostro impegno perché si vedano nel mondo segni chiari di quello che è il compimento del cammino dell’uomo.
Cercate sempre questi segni di speranza e lasciatevi contagiare. Per questo, Papa Francesco, rivolgendosi a voi ragazzi e giovani, ricorda che siete il segno più bello ed evidente della speranza: sul vostro entusiasmo e sulla vostra voglia di lottare per far vincere la luce sulle tenebre si fonda l’avvenire! È bello, dice il Papa, vedere i giovani “sprigionare energie, ad esempio quando si rimboccano le maniche e si impegnano volontariamente nelle situazioni di calamità e disagio sociale” (cfr. Spes non confundit, n. 12).
Carissimi giovani, mi piace pensare a voi come a portatori di speranza ovunque, ma soprattutto nel mondo della scuola: impegnati nello studio con coscienza e serietà, costruttori di vere relazioni tra voi, con i vostri docenti e con tutti il personale scolastico, nel rispetto e nell’accoglienza reciproci, fieri combattenti contro ogni forma di emarginazione ed esclusione, innamorati della vita, custodi e promotori della bellezza, così da essere coloro che potranno rendere il mondo in cui viviamo più vero e più bello.
Auguri di buon cammino a tutti, in particolare a voi, cari giovani. Siate annunciatori e costruttori di speranza.
+ Giuseppe Favale
In allegato il testo integrale.