UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Mons. Delpini ai piccoli studenti: no ai lamenti, amate

L’arcivescovo di Milano ha incontrato i bambini della scuola Rossello, che quest’anno compie un secolo di vita
10 Gennaio 2025

«Perché hai deciso di fare il prete? Come era il Natale in casa tua quando eri piccolo? ». Domande semplici, da bambini, ma se a rispondere è l’arcivescovo di Milano, un po’ di curiosità c’è.

«Era un Natale semplice, senza regali, ma vissuto in famiglia e andando a Messa dove facevo il chierichetto. Ho fatto il prete perché mi piacevano le cose che facevano i sacerdoti che conoscevo», le semplici risposte di monsignor Delpini. E così una mattina invernale, nebbiosa e fredda, appena si entra nella scuola cattolica paritaria “G. Rossello”, si riempie di calore e di colori, della gioia allegra dei piccoli che circondano, appunto, l’arcivescovo nella sua visita in occasione dei 100 anni dell’istituto. Ispirata alla missione educativa della Congregazione “Figlie di Nostra Signora della Misericordia”, fondata da santa Maria Giuseppa Rossello, la scuola svolge la sua azione educativa mediante la scuola dell’Infanzia e Primaria.

Accolto dalla coordinatrice didattica Antonella Blasi, da alcune religiose della Congregazione - suor Sara Nelli porge il saluto di benvenuto -, dal corpo insegnante e dai sacerdoti Stimmatini della vicina parrocchia “Santa Croce”, ma soprattutto da un centinaio di piccole e piccoli, l’incontro si è articolato in diversi momenti di dialogo, riflessione e preghiera. A partire dai racconti per illustrare il presepe contenente anche alcuni richiami alla storia di santa Rossello e ad iniziative dell’istituto.

Poi, è stato direttamente Delpini a donare ai bambini la sua immaginetta con il disegno di un grande cielo azzurro, le nuvole bianche e le montagne del colore del cielo. Il pittore (l’artista della transavanguardia Nicola De Maria) «ha voluto dire che quello che c’è il cielo c’è anche sulla terra». Insomma, prosegue il presule, «la terra è piena della gloria di Dio», come dice, peraltro, il suo motto episcopale. «La gloria di Dio non è il paese delle favole, ma è l’amore che rende capaci di amare. Per questo vi affido il compito: se c’è qualcuno che si lamenta, ditegli che cominci ad amare». Infine, l’arcivescovo che indossa maglietta e cappellino in un tripudio di applausi.

Annamaria Braccini

Avvenire Milano, 9 gennaio 2025