«Non dimenticate che il percorso educativo ha tre cose importanti: la mente, il cuore e le mani. Si deve studiare con la mente, si deve sentire con il cuore e si deve fare con le mani. Al punto che una persona matura nell’educazione pensi quello che sente e fa, senta quello che pensa e fa, faccia quello che sente e pensa», è iniziata così, con il videomessaggio che papa Francesco ha rivolto soprattutto agli studenti, la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Vita-Salute San Raffaele (UniSR) di Milano. «Andate avanti! Fare chiasso nella vita – ha quindi esortato il Pontefice –, quel chiasso che fa crescere e avanti! Dio benedica tutti voi. Prego per voi, voi fatelo per me».
Tra coloro che hanno accolto con commozione le parole di Francesco, anche Paolo Rotelli, presidente di UniSR, il vicepresidente del Gruppo San Donato, Kamel Ghribi, e il rettore Enrico Gherlone, che ha ricordato alcuni risultati importanti come il numero di iscritti (6.698), raddoppiato rispetto al 2018: «La nostra strategia, che si è rivelata vincente, è di mettere lo studente al centro, tanto da renderlo parte integrante del sistema, affinché possa seguire le proprie aspirazioni e coltivare il proprio talento, elemento irrinunciabile in una professione, come quella medica, dal forte imprinting vocazionale». Dopo aver proclamato l’inizio del nuovo anno, il rettore ha conferito la laurea Honoris Causa in Filosofia del mondo contemporaneo al ministro degli Esteri Antonio Tajani, per la sua lunga esperienza nella diplomazia e nelle relazioni internazionali. «Oggi si realizza un mio sogno – ha detto il vicepresidente del Consiglio –. Avrei voluto studiare filosofia, ma poi scelsi giurisprudenza».
Tajani ha condiviso con gli studenti parte delle esperienze e consapevolezze acquisite, invitandoli a conoscere se stessi per poi costruire qualcosa. «Dobbiamo domandarci cosa stiamo a fare in questo mondo, se stiamo cercando di essere utili agli altri – ha aggiunto –. Tutto quello che farete con il vostro lavoro sarà un atto d’amore verso gli altri». Gli studenti sono stati il focus di quasi tutti gli interventi. A partire dalla ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, che all’inaugurazione ha sottolineato l’importanza di garantire la qualità della ricerca e della spesa, ma anche di non temere la cosiddetta fuga di cervelli, che è anche «un’interazione fondamentale in una grande rete di cui i ricercatori italiani sono parte essenziale». Alla cerimonia di un ateneo d’eccellenza per la formazione dei medici non si potevano non toccare temi strettamente legati all’attualità. Lo ha fatto anche il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha ricordato come alla carenza di medici il governo sta rispondendo con risorse in manovra: «Abbiamo pensato ad aumenti per i giovani laureati che scelgono specialità meno attrattive.
Sappiamo però che la crisi del sistema non ha solo ragioni economiche», ha spiegato Schillaci, che ha ricordato gli sforzi per dare riposte anche attraverso la riorganizzazione e l’implementazione della sanità territoriale ospedaliera. Un difficile equilibrio, quello della sanità, in cui «il connubio tra pubblico e privato dovrebbe essere incrementato per favorire una giusta concorrenza che spinge a migliorarsi», ha osservato invece il presidente del Senato, Ignazio La Russa durante il suo intervento. Delle sfide di oggi per preparare il futuro ha parlato Paolo Rotelli, che ha spiegato quanto le nuove tecnologie, come l’Ia, siano strumenti potentissimi per gli sviluppi della sanità, ma non ragionano. La rassicurazione per gli studenti è dunque che «il computer non rimpiazzerà il medico, ma il medico che lo usa bene rimpiazzerà quello che non lo usa bene».
Elisa Campisi
Avvenire, 21 novembre 2024