In Italia 31,5 edifici scolastici su 100 sono completamente privi di barriere fisiche. Meno di una scuola su tre, quindi, possiede ascensori, bagni, porte e scale a norma e dispone, nel caso sia necessario, di rampe esterne e/o servoscala. Lo comunica oggi l’Istat diffondendo i dati sulle “Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori” aggiornati al 2018 e riferiti a province e città metropolitane.
“Le differenze territoriali sono ampie, nonostante l’accessibilità degli edifici scolastici sia prevista da disposizioni legislative a tutela dei diritti all’istruzione e all’inclusione sociale”, osserva l’Istat, rilevando che “il gradiente Nord-Sud è definito e si osserva un discreto grado di omogeneità tra le province di una stessa Regione”. Il massimo assoluto è ad Aosta, dove due scuole su tre sono totalmente prive di barriere fisiche, il minimo è a Isernia, dove non si raggiunge il 18%. Quasi tutte le province del Nord superano o approssimano la media nazionale, con le eccezioni di Belluno (17,4%) e Trieste (25%) per il Nord-Est, e di Verbano-Cusio-Ossola (24,3%), Genova (23,2%), Imperia (25,3%) per il Nord-Ovest. Le scuole accessibili sono circa la metà del totale nelle province di Ferrara, Reggio Emilia, Savona e Bolzano. La penalizzazione del Mezzogiorno è netta. Nel gruppo delle 23 province più svantaggiate, dove meno di una scuola su cinque è totalmente accessibile, se ne trovano 18 del Sud e delle Isole. Differenze evidenti si riscontrano tra le province della Sardegna: la distanza tra Cagliari (38%) e Sassari (27%) è di circa 11 punti percentuali.
Una spaccatura si ha anche riguardo alla mobilità dei giovani laureati italiani. Nel 2017 il saldo per l’Italia è in perdita, sono circa 10.500 i giovani tra i 25 e i 39 anni che hanno trasferito la propria residenza all’estero (-4,1 per mille). Considerando anche i flussi interni, oltre a quelli da e per l’estero, il panorama territoriale rimane estremamente polarizzato, con il Mezzogiorno che nello stesso anno vede emigrare in media 23 laureati ogni mille residenti, il Centro dove il saldo è solo lievemente negativo (-3 per mille) e il Nord che invece registra un saldo positivo (+8 per mille). La penalizzazione dei territori meridionali è generalizzata ma evidenzia forti differenze.
Sir, 29 maggio 2019