Gli umanisti dovranno imparare la matematica perché l’Intelligenza Artificiale rivoluzionerà anche le loro discipline. Sono tante le implicazioni che le AI stanno già avendo sul mondo e il network internazionale di atenei cattolici SACRU ha scelto di dedicare proprio al ruolo delle istituzioni accademiche nell’era delle intelligenze artificiali il suo primo convegno accademico svolto in presenza e ospitato nel campus milanese dell’Università Cattolica del Sacro Cuore il 13-14 luglio.
Più di ottanta tra professori e ricercatori da Cile, Spagna, Australia, USA e altri paesi del mondo, assieme agli otto rettori delle università coinvolte, si sono riuniti per discutere come le conoscenze e le attività di ricerca degli atenei del network possano essere messi a sistema per aiutare la società ad affrontare una delle grandi sfide che attende il mondo già oggi. Il convegno internazionale è stato aperto dai saluti del Cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione mentre le sessioni plenarie sono state presiedute e coordinate da Antonella Sciarrone Alibrandi, docente della Cattolica e Sottosegretario del medesimo Dicastero.
«In questi giorni abbiamo avuto a Milano un colloquio scientifico sull’Intelligenza Artificiale che ha affrontato il tema non solo dal punto di vista ingegneristico e dell’impatto sociale -ha dichiarato il professor Pier Sandro Cocconcelli, Prorettore vicario, con delega per il coordinamento dei progetti di internazionalizzazione dell’Università Cattolica e riconfermato segretario generale del network SACRU per i prossimi tre anni- ma che ha messo al centro soprattutto come le università dovranno adattarsi nei prossimi anni a un cambiamento che sta caratterizzando il contesto educativo nell’ambito nazionale e globale. Le otto università sono unite da una visione comune, da una missione comune che è quella di formare le giovani generazioni, da una missione mirata a produrre ricerca che abbia impatto sulla società. Questo è quello che, come SACRU, ci proponiamo e vogliamo raggiungere nei prossimi cinque anni nell’ambito di un piano strategico che abbiamo sviluppato assieme».
Nell’intervento che ha chiuso il convegno “The Future of Catholic Universities in the AI Age” e che ha riassunto i contenuti della due giorni di lavori in vista del position paper ufficiale del network che sarà pubblicato entro la fine dell’anno sul rapporto tra atenei e AI, il professore di Computational Linguistics dell’Università Cattolica Marco Passarotti ha sottolineato la necessità di educare alla Intelligenza Artificiale, prima ancora di coinvolgere strumenti come ChatGPT nei processi educativi: «Questa educazione sulla AI deve essere inclusa in qualsiasi curriculum educativo fin dalle scuole primarie, per colmare il divario tra i professionisti altamente specializzati e la società. Le università devono supportare l’istruzione primaria sulla AI con competenze e strumenti».
Questo implica anche una riflessione interna agli atenei su come allineare i propri programmi di insegnamento alle esigenze del mercato del lavoro, sempre più plasmate dalla diffusione delle intelligenze artificiali: «Per sostenere i propri laureati con competenze e conoscenze corrette è obbligatorio non avere più confini disciplinari e lanciare corsi di laurea e master interdisciplinari» ha ribadito Passarotti.
Per esempio, le materie umanistiche grazie alle AI possono diventare discipline sperimentali: «Gli umanisti hanno sempre fatto uso dei dati -ha notato Passarotti- ma non hanno mai avuto una tale quantità di dati a portata di mano e una tale qualità della loro massiccia elaborazione. Tale svolta computazionale non rimuove il ruolo degli umani; eppure, è una nuova sfida per loro: mette nelle loro mani i dati e le correlazioni tra i dati come mai prima d'ora. E rende il loro lavoro replicabile. Niente più separazione tra discipline Umanistiche e Scientifiche: quello della AI è il tempo della multidisciplinarietà».
Per gli atenei di SACRU l’Intelligenza Artificiale non minaccia l’uomo ma consente invece di raggiungere una maggiore comprensione di sé e del mondo, se utilizzata correttamente. E per questo è fondamentale promuovere una visione delle AI come catalizzatore per migliorare il potenziale umano: «Le università hanno sempre avuto una profonda influenza sugli individui e sulla società. Ora, le università devono svolgere questo ruolo per affrontare la sfida della necessaria evoluzione dell'AI verso un approccio che metta al centro l’uomo. E le Università cattoliche hanno un forte dovere informativo sull'impatto dell'AI, rendendo fondamentale riconoscere e sfruttare tale impatto per indirizzare lo sviluppo dell'AI verso un approccio che sia disposto a rispettare la dignità umana, per evitare di delegare la responsabilità morale alle macchine» ha concluso Passarotti.
Il frutto di questi due preziosi giorni di confronto sarà un position paper che sarà pubblicato entro la fine dell’anno e che ufficializzerà posizioni e proposte degli atenei sui compiti centrali delle università, ovvero insegnamento, ricerca e servizio alla società, e su come adattarli all’era dell’Intelligenza Artificiale.
Michele Nardi
Cattolica News, 17 luglio 2023