Un filo sottile unisce Mantova e Leopoli: è il legame nato a fine anni Novanta attraverso uno scambio culturale che porta, ogni estate, gruppi di studenti dell’Università Cattolica della città ucraina a passare alcune settimane in riva al Mincio.
Il progetto è partito nel 1999 dall’impegno di don Emilio Gerevini, all’epoca parroco di Solferino. La caduta del Muro di Berlino, un decennio prima, aveva diffuso in Europa un clima di apertura e dialogo, dopo quasi mezzo secolo in cui il continente era rimasto diviso tra due blocchi. L’idea era rilanciare tale spirito attraverso l’incontro tra due comunità cattoliche: quella italiana apriva le braccia alla sorella ucraina, di rito orientale.
La proposta di don Gerevini di ospitare alcuni studenti dell’ateneo di Leopoli ha incontrato fin da subito la disponibilità di parrocchie e famiglie mantovane. Così è stata firmata una convenzione tra la diocesi di Mantova (che provvede alle spese) e l’Università Cattolica, per garantire al progetto tutti i crismi dell’ufficialità. L’intesa è stata rinnovata nel tempo e l’esperienza continua.
Il gruppo, formato da dieci persone, è arrivato a Mantova il 14 luglio. Ne fanno parte due suore, quattro seminaristi e altrettante studentesse, accolte dalle famiglie di due parrocchie: l’Immacolata di Suzzara e quella di San Giorgio martire, a Cerlongo di Goito. L’accordo prevede che gli studenti restino in Italia quattro settimane per frequentare un corso di studi in italiano. Le lezioni si svolgono al mattino, dal lunedì al sabato, e permettono agli studenti di migliorare la famigliarità con la nostra lingua. Oltre all’italiano, il corso comprende nozioni di storia e di teologia. In programma visite guidate ai principali luoghi di interesse di Mantova ed eventi pubblici per diffondere il progetto.
L’esperienza lascia ricordi positivi agli studenti e anche alle famiglie che li ospitano: «È un bel segno di apertura verso un’altra cultura – spiega Maria Cristina Bottura, di Suzzara, che partecipa da diversi anni –, un valore che noi cristiani siamo chiamati a trasmettere. Fin dall’arrivo cerchiamo di farli sentire a casa e condividiamo con loro più tempo possibile. Così nascono dei legami profondi che durano nel tempo«. «Nel corso degli anni – aggiunge don Samuele Bignotti, incaricato della diocesi di Mantova per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso – si è consolidata questa amicizia fino a far dialogare le due tradizioni cristiane cattoliche di oriente e occidente. Si vogliono così esprimere la ricchezza della Chiesa e dei doni dello Spirito».
Roberto Dalla Bella
Avvenire, 10 agosto 2018
Per approfondire: https://www.diocesidimantova.it/approfondisci/articoli/dettaglio/l-arrivederci-degli-studenti-ucraini-a-mantova/