UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«Malessere vero»

Gli studenti sfiniti da un anno di Dad
25 Marzo 2021

Ansia, stress, attacchi di panico, depressione, tristezza, crolli di pianto e stanchezza continua. Un anno di didattica a distanza ha lasciato questi strascichi tra gli adolescenti lecchesi, secondo una ricerca promossa dalla Consulta provinciale studentesca. Dei 5.738 questionari compilati dai ragazzi sulla situazione generale nelle scuole, (dalla condizione dei trasporti alle misure per il contenimento dei contagi), 635 (pari all’11%, circa due studenti per classe) riportavano la valutazione degli alunni sulla propria «situazione psicologica».

Le risposte a quest’ultima parte del questionario, sono state analizzate dal sociologo Stefano Laffi e il quadro che è emerso è tutt’altro che confortante. Praticamente, il 75% degli studenti manifesta una qualche forma di malessere, che, in alcuni casi, hanno spinto le famiglie a ricorrere a percorsi di psicoterapia e all’assunzione di farmaci. «Gli studenti – si legge in una nota dell’Ufficio di presidenza della Consulta – hanno anche sottolineato l’assenza, negli istituti scolastici, di un momento per accogliere il malessere come tema di confronto».

Eppure, sarebbero tante le cose da dire. A partire dal fatto che, per gli alunni, la didattica a distanza «non può essere la nuova prassi» del “fare scuola”, ma «solo una soluzione di emergenza». «Questa situazione – ricorda il comunicato della Consulta – ha portato a un affaticamento mentale e fisico, difficoltà di concentrazione, rischio di sovraccarico di lavoro, difficoltà di valutazione del lavoro a distanza da parte dei docenti e demotivazione allo studio».

Il 37% dei ragazzi ha sottolineato il malessere provocato dall’eccessivo carico di lavoro scolastico. «Nessuno mette in discussione il senso della scuola, quindi l’apprendimento – avverte la Consulta –. La richiesta principale rimane quella di interrompere questo esilio e avere più rispetto per la condizione psicologica degli studenti e delle studentesse».

Paolo Ferrario

Avvenire Milano, 24 marzo 2021