Cento anni dal volto giovane, europeo e cattolico. A un secolo dall’inizio delle sue attività (era il 7 dicembre 1921) l’Università Cattolica ha vouto ricordare con forza questi fili che hanno attraversato i suoi primi cento anno, E lo ha fatto con un videomessaggio di papa Francesco e con la prolusione della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, durante la cerimonia inaugurale dell’Anno accademico numero 101 svoltosi questa mattina nella sede milanese dell’ateneo.
Il Papa: siate come un'orchestra
«Non lasciatevi rubare la speranza – ha detto nel suo videomessaggio trasmesso in apertura della cerimonia, papa Francesco rivolgendosi direttamente ai giovani –. E non lasciatevi contagiare dal virus dell’individualismo», aggiungendo che «l’università è i luogo adatto per sviluppare gli anticorpi contro questo virus: l’università apre la mente alla realtà e alla diversità».
Un compito nel quale è coinvolta l’intera comunità accademica, a cui il Papa si rivolge come a «una grande orchestra, dove è essenziale l’insieme, che si fa se ciascuno dà il meglio in armonia con gli altri». Del resto questa comunità accademica dell’Università Cattolica, «è una comunità di studi con solide radici, dalle quali potete attingere per la vostra formazione e per rinnovare, ogni giorno, l’entusiasmo di andare avanti e assumere la vostra responsabilità nella società», capace di «non essere sorda davanti alle ingiustizie sociali, alle violazioni dei diritti e alle migrazioni forzate».
E per questo il Papa consegna all’ateneo dei cattolici italiani tre parole: fuoco, speranza e servizio. «Il fuoco, cioè la fiaccola che nella vostra Università è stata trasmessa di generazione in generazione» sia «attraverso una testimonianza personale sia comunitaria». Vi è poi la parola "speranza", a cui guarda in particolare chi educa. «Questa è in particolare la missione dei docenti – dice il Papa –, che sono i custodi creativi della tradizione, che è un tesoro». E infine il servizio: «L’Università Cattolica ha dimostrato in più occasioni di essere fedelmente al servizio della Chiesa e della società. Tutti insieme, ognuno nel suo specifico ruolo, ma tutti insieme». Proprio come un’orchestra ben affiatata.
La Messa con l'arcivescovo Delpini
Ai ragazzi si è rivolto anche l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini sia nell’omelia della Messa celebrata nella Basilica di Sant’Ambrogio (con l’assistente ecclesiastico generale il vescovo Claudio Giuliodori e l’abate della Basilica Carlo Faccendini) sia nel suo saluto nella veste di presidente dell’Istituto Toniolo, ente promotore dell’ateneo, invitandoli a «non sottovalutarsi, ma a perseguire nella ricerca della verità, con uno stile gentile e amabile, e con animo lieto».
Von der Leyen: voi siete il futuro dell'Europa
«Voglio un’Europa al servizio dei giovani». Anzi «un’Europa per i giovani. E voglio un’Europa dei giovani». Scegli di pronunciare queste frasi direttamente in italiano la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nella sua prolusione in inglese, tutta rivolta ai giovani e al loro futuro. Un «dialogo» intenso che i giovani presenti nell’Aula Magna hanno ascoltato con enorme interesse.
«Il futuro è nelle vostre mani» aggiunge la presidente europea, tessendo le lodi non solo dell’Università Cattolica - «che ha formato generazioni di leader italiani, che, tra l’altro hanno scritto la Costituzione del 1948 e hanno reso l’Italia una democrazia forte al cuore del progetto europeo» -, ma anche del nostro Paese che in questo tempo di pandemia ha messo in campo una risposta molto importante nell’emergenza e ora nella ripresa. Certo la presidente della Commissione Ue - che ha rivolto anche un saluto al suo predecessore Romano Prodi, laureato della Cattolica, presente alla cerimonia assieme al ministro Mariastella Gelmini e al senatore Mario Monti - non ha nascosto i problemi che gravano sulle nuove generazioni a iniziare dall’occupazione e dai cambiamenti climatici. «La vostra generazione – ha detto la Von der Leyen – è la più consapevole dei cambiamenti climatici e la più esplicita nel chiedere di agire. E fa bene».
La presidente sottolinea come tra le missioni che l’Europa deve assumersi vi sono quella dell’innovazione - «Vogliamo investire nei giovani come voi, che sono il miglior motore dell’innovazione» - e il rilancio della nostra democrazia in questa era digitale e globalizzata. «La nostra missione è proteggere e ampliare la nostra democrazia» proteggendo «le persone dai contenuti illeciti online e della disinformazione». Insomma una Europa che «deve anche dialogare di più con voi e ascoltare quello che avete da dire, quello che chiedete all’Europa e quale Europa sognate».
Il rettore Anelli: Europa nel nostro Dna
Poco prima il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli nel suo discorso inaugurale aveva sottolineato come siano «due elementi costitutivi dell’identità di questa università: la sua dimensione nazionale e quella europea». Uno sguardo che l’ateneo fondato cento anni fa da padre Agostino Gemelli, non intende distogliere. Anzi, oggi «ci sentiamo provocati dalle nuove domande poste da un’epoca di incertezza».
Le università, «possono candidarsi a essere uno dei punti di saldatura tra sviluppo della conoscenza e finalità pubbliche», per questo «penso che una università come la nostra debba proporsi di operare come un’istituzione creativa», anche perché «in una stagione di disorientamento, le università appaiono tra le poche realtà la cui funzione è rimasta pressoché intatta e pedagogicamente necessaria alla crescita delle generazioni».
Uno sguardo alto, dai confini ampi, ma che non dimentica anche l’attenzione al percorso di studi dei giovani e alle strutture. Anche per questo il rettore Anelli ha annunciato con non poca soddisfazione la firma del verbale di consegna dell’ala Santa Valeria della vicina Caserma Garibaldi destinata in futuro ad accogliere un nuovo campus della Cattolica. «Questo consentirà l’avvio dei lavori di ristrutturazione», sottolinea quasi a consegnare questo progetto come dono per il centenario dell’ateneo.
Enrico Lenzi
Avvenire, 19 dicembre 2021
(foto Fotogramma)
In allegato il videomessaggio di papa Francesco e il discorso del rettore Franco Anelli