Il vescovo di Anagni- Alatri, Lorenzo Loppa, ha aperto il nuovo Anno pastorale, con una giornata di festa contrassegnata anche dal 15° anniversario della sua ordinazione episcopale e dell’ingresso in diocesi, quando dalla vicina Chiesa di Segni giunse per sostituire Francesco Lambiasi chiamato a ricoprire l’incarico di assistente ecclesiastico nazionale dell’Azione cattolica italiana e ora vescovo di Rimini. «Ma non conta l’anzianità di servizio, quanto piuttosto la freschezza nel portare avanti il ministero – ha detto subito Loppa rispondendo all’indirizzo di saluto del vicario don Alberto Ponzi – e io non vi cambierei con nessuna altra realtà, perché quando si lavora insieme, si sta veramente bene». Quindi la presentazione della Lettera pastorale La fede sconfigge la paura, che Loppa già nel sottotitolo inquadra, definendo le sue riflessioni «appunti di viaggio per tutti i cristiani che lavorano nella scuola».
Quello dell’educazione è in effetti il piano pastorale che il vescovo sta portando avanti da quasi dieci anni e anche in questa lettera risuona l’amore e l’attenzione per la scuola, in tutte le sue componenti. «Oggi il problema più grande è proprio quello dell’educazione – ha detto tra l’altro Loppa rivolgendosi ai fedeli che gremivano la Cattedrale di Anagni – e siamo chiamati ad un orizzonte più vasto, non solo per occupare spazi, ma per avviare nuovi processi, come ci invita a fare papa Francesco. Rimbocchiamoci tutti le maniche, ad iniziare dalle famiglie, dalle nostre parrocchie, perché quella della scuola è questione grande e centrale, è il motore della nazione, come ha ripetuto di recente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Taranto ». L’invito, rivolto dal presule ciociaro nel corso dell’omelia, è quello «di aiutare le persone della scuola: vanno sostenute, incoraggiate ogni giorno, perché gli insegnanti sono le persone che già hanno davanti il mondo di domani».
Parole che richiamano quelle altrettanto perentorie che chiudono La lettera pastorale di Loppa: «A tutti coloro che operano nella scuola, agli insegnanti soprattutto, rivolgo l’augurio di venire incontro con competenza, coerenza, attenzione e affetto alla sete di vita e di senso dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Alle comunità cristiane raccomando vivamente la cura, il sostegno, la compagnia cordiale e affettuosa per tutti coloro che hanno tra le mani le chiavi della crescita e della maturazione delle nuove generazioni». Via quindi al nuovo Anno pastorale «che più che altro – ha chiosato il vescovo di Anagni-Alatri – è una ripresa di quello che stiamo facendo, per continuare a camminare insieme».
Igor Traboni
Avvenire, 29 settembre 2017