UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’inverno demografico gela la scuola

In 10 anni meno 1,4 milioni di alunni
6 Maggio 2021

Mentre l’ultimo mese di scuola, cominciato questa settimana, vede il ritorno tra i banchi di 7,7 milioni di alunni, praticamente il 90% del totale, secondo le stime periodiche di Tuttoscuola, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, guarda avanti e pensa già a come dovrà essere organizzata la didattica da qui ai prossimi dieci anni. Quando nelle scuole italiane ci saranno 1,4 milioni di studenti in meno a causa dell’inverno demografico che, non da oggi, sta investendo il nostro Paese, come certificato anche l’altro giorno dall’Istat.

«Il Mef ci ha riconosciuto gli organici del passato e ha dato qualcosa in più. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola – ha detto il ministro nel corso dell’audizione di ieri mattina davanti alle commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato dove ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero “La scuola motore del Paese” –. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti- tot studenti. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale».

Bianchi ha anche fatto il punto sulla stabilizzazione dei precari, che sono oltre 200mila. «Abbiamo il tema del transitorio – ha aggiunto il ministro –: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità: su quasi 500mila posti comuni, abbiamo oltre 200mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata e trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef – ha anticipato Bianchi – per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua».

Tematiche sulle quali la Cisl Scuola auspica «la ripresa di un confronto a breve scadenza», come ricorda la segretaria generale Maddalena Gissi. «È chiaro che le indicazioni sono molto generiche – aggiunge la leader sindacale – vi è quindi la necessità di una definizione più precisa e puntuale dei connotati di un nuovo sistema che abbia caratteri di stabilità e affidabilità». Nel suo intervento in Parlamento, il ministro Bianchi ha sollevato anche la questione della riorganizzazione del dicastero di viale Trastevere: «Serve una struttura adeguata, serve un dipartimento per la formazione professionale e tecnica, un dipartimento per gli Its (Istituti tecnici superiori) e la formazione permanente».

Di scuola ha parlato anche il presidente del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, in audizione al Senato, soffermandosi sull’impatto della didattica a distanza su bambini, adolescenti e ragazzi. «Sono stati sovraesposti a fattori di stress», ha ricordato Locatelli e si sono trovati davanti ad una situazione «che ha una qualche somiglianza a eventi drammatici come la guerra». Il presidente del Cts ha sottolineato come la strada da seguire, il prossimo anno scolastico, debba essere una «presenza a scuola significativamente maggiore rispetto agli ultimi due anni, con un occhio particolare a quanto attiene il trasporto pubblico locale e con l’attivazione di percorsi vaccinali, una volta che siano approvati dall’Agenzia del farmaco, anche per la popolazione pediatrica».

Nella popolazione giovane, del resto, ha ricordato Locatelli, il rischio di andare incontro a patologia grave da Covid «è contenuto se non irrilevante»: sono 19 i pazienti sotto i 18 anni che hanno perso la vita in questo periodo di pandemia e nella maggior parte dei casi avevano patologie pregresse.

Paolo Ferrario

Avvenire, 5 maggio 2021