“L’Intelligenza artificiale è uno strumento estremamente potente, impiegato in tantissime aree dell’agire umano… Ed è ora lecito ipotizzare che il suo uso influenzerà sempre di più il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali e nel futuro persino la maniera in cui concepiamo la nostra identità di esseri umani” (14/06/24 Borgo Egnazia).
Basterebbe questa frase di Papa Francesco, pronunciata durante il G7, per sentirci coinvolti in una riflessione seria e importante riguardo allo straordinario cambiamento, sempre in evoluzione, che le nuove tecnologie mettono in atto non solo nella nostra vita quotidiana, ma nel mondo della scuola e sicuramente anche nel nostro lavoro di docenti di Religione. Perciò è lecito chiederci: quale consapevolezza abbiamo noi IDR riguardo alle ripercussioni dell’Intelligenza Artificiale sui nostri studenti? Quando entriamo in classe, quali competenze dobbiamo mettere in campo per intervenire al meglio nel nostro lavoro educativo che è influenzato da questi nuovi mezzi? Siamo sufficientemente preparati a riconoscere le implicazioni dell’IA dal punto di vista didattico-educativo-spirituale sui ragazzi che incontriamo in aula ogni giorno?
Se l’educazione è la strada principale per aiutare le nuove generazioni a crescere come persone, appare evidente che tutto ciò che può essere di supporto e di aiuto per mettere al centro gli studenti e il loro percorso di vita è prioritario. Ecco perché ci sembra che una prima parola chiave sia “servizio”. L’IA dovrebbe essere al servizio di un Bene più grande. Le nuove tecnologie sono preziose e da valorizzare dal momento che diventano uno strumento efficace per il bene dei nostri studenti.
È una responsabilità e un obiettivo che già il Sinodo XIV della Chiesa di Lodi aveva sottolineato. Nel Libro Sinodale al nr 239 si legge: La pandemia ha reso tutti più convinti che le nuove tecnologie comunicative sono un luogo di vita reale, nella forma digitale, in cui le persone si incontrano, lavorano, studiano, trascorrono il proprio tempo libero, esprimono opinioni, si confrontano, recepiscono informazioni, pregano.
Questo obiettivo si scontra purtroppo con un vissuto dei nostri giovani che spesso a causa dei social-media si trovano a sperimentare forme di dipendenze da alcuni strumenti tecnologici con gravi conseguenze sulla loro salute fisica, psicologica e spirituale. Ne deriva un compito importantissimo per noi: essere preparati in modo serio e competente per aiutare i giovani a fare discernimento anche sull’uso di mezzi che per le nuove generazioni hanno significativamente un valore diverso rispetto alle generazioni passate. L’utilizzo degli smartphone e di internet porta con sé infatti diversi aspetti contradditori, pensiamo ad esempio all’uso del cellulare: è un’occasione nuova per comunicare e condividere o diventa una forma di chiusura agli altri e quindi una fonte di ulteriore solitudine?
La sfida educativa dei docenti in generale e degli IDR in particolare è quella di far crescere lo studente nella sua completezza compresa la sfera spirituale. Non possiamo prescindere dalla considerazione che il bisogno primario dell’uomo sia quello della Relazione. Ben venga perciò tutto quello che favorisce l’incontro con gli altri e soprattutto la relazione con l’Altro. Gli strumenti tecnologici che veicolano messaggi valoriali o che permettono di conoscere ad esempio i testi sacri promuovono senza dubbio il soddisfacimento di questo bisogno di relazione. In quest’ottica i mezzi tecnologici possono diventare una risorsa anche nella scuola.
È una risorsa anche perché all’origine dell’IA c’è una capacità umana. Se l’uomo è arrivato all’utilizzo di strumenti così sofisticati e straordinari è perché ha messo a frutto doni ricevuti da Dio. “Che cosa è l’uomo, che tu ti ricordi di lui? Eppure l’hai fatto di poco inferiore agli angeli… Tutto hai posto sotto ai suoi piedi” (Sal 8,5). L’uomo, creato ad immagine di Dio è capace di grandi cose, possiede una dignità straordinaria. Le tecnologie odierne dipendono da una intelligenza unica e personale di cui l’uomo è dotato. Una responsabilità degli IDR è anche quella di aiutare gli studenti a comprendere quanto le tecnologie siano il risultato di quella grandezza umana.
Allora cosa può fare chi si occupa di educare e formare i giovani di oggi e le future generazioni? Un dibattito serio e uno studio efficace su questi temi non possono essere lasciati all’improvvisazione o all’interesse personale di qualche docente. Si rende pertanto necessaria una preparazione puntuale e costante nell’aggiornamento
degli IDR per aiutare a riconoscere l’utilizzo delle nuove tecnologie come una risorsa preziosa nella vita dell’uomo, ma anche per mettere in guardia dai numerosi pericoli che l’uso improprio di essi può provocare, non ultimo il tentativo di sostituire la libertà umana ad esempio nell’uso superficiale di internet quando si vogliono dare risposte immediate, facili a discapito di un processo libero, costruttivo e critico che è la bellezza e la grandezza dell’essere umano.
Piero Cattaneo, direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi di Lodi
Patrizia Castelli e Monica Guida, docenti di Religione Cattolica
La Voce e il Tempo, 3 novembre 2024