UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’inclusione si costruisce con il dialogo

La scuola educa attraverso le relazioni
10 Agosto 2022

La consapevolezza di essere efficaci per l’inclusione scolastica non è data da una valutazione autoreferenziale, non conosce 'ricette', richiede capacità di confronto e di costruire 'rete'. Nel tempo però si è osservato che ci sono alcuni aspetti irrinunciabili. Tra questi, occorre che il personale educativo e docente si formi e si aggiorni costantemente, sui temi dell’inclusione: organizzazione degli spazi, utilizzo di strumenti osservativi mirati, pratiche e strategie rispondenti ai bisogni formativi del bambino e del gruppo classe. Competenze diffuse e generalizzate favoriscono la realizzazione di pratiche finalizzate all’inclusione scolastica.

All’interno della scuola è necessario che anche il personale non docente conosca i bisogni dei bambini con difficoltà e come accompagnare il loro percorso di crescita, in raccordo con il personale docente ed educativo. Questo permette che, in assenza di chi più frequentemente interagisce con il bambino, tutti sappiano cosa fare con lui, cosa evitare, come proporre le attività.

Anche i compagni rivestono un ruolo importante. Fin dall’infanzia spiegare loro cosa succede, perché questo bambino abbia determinati comportamenti, o certe reazioni, oppure perché possa fare diversamente dagli altri, permette ai bambini di riconoscere tempi e bisogni diversi di ognuno, di saper rispettare e mediare nelle situazioni, di non sostituirsi al compagno perché anche lui 'può arrivare a fare come gli altri', ma con tempi e modi diversi.

Sappiamo quanto i bambini siano grandi educatori tra di loro, si stimolino reciprocamente, favoriscano l’acquisizione di nuove competenze sia di tipo relazionale, che relative a nuove autonomie, conoscenze. Insomma sono dei grandi collaboratori dei docenti, se glielo si consente. Il dialogo con la famiglia è irrinunciabile. L’esperienza di dolore e solitudine di questi genitori va rispettata, accolta e accompagnata, in un cammino condiviso. Per questo la scuola ha il bellissimo compito di osservare il bambino per coglierne anche i punti di forza, le potenzialità e condividerle con la famiglia. Quando per incomprensioni o fraintendimenti il dialogo può risultare più faticoso è necessario dare del tempo ai genitori, aspettarli, fargli sentire che veramente desideriamo riprendere il cammino assieme a loro, in un clima di fiducia e serenità, per stare meglio tutti con il loro bambino. Altro aspetto nodale è l’alleanza con i Servizi psico-medici del territorio (specialisti, terapeuti, Asl, …) che accompagnano nel percorso di crescita il bambino e la famiglia.

Come scuola dobbiamo favorire occasioni di incontro, trovare linguaggi condivisi per parlare del bambino, dei suoi interessi, delle cose che gli riescono semplici o meno facili, raccordarsi su obiettivi comuni e condivisi, per collegare la scuola alla vita di tutti i giorni. Come osserva Monica Amadini 'La scuola è un luogo che educa attraverso le relazioni'.

Marina Perozzo, Referente pedagogica regionale del Veneto

Avvenire, 9 agosto 2022