UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Liceo ascolta”. Uno sportello contro l’ansia e l’aggressività

Al liceo paritario Gianelli Campus di Chiavari un progetto rivolto a studenti, docenti e genitori per fare rete e rielaborare quanto si sta vivendo
13 Maggio 2021

Coltivare un atteggiamento propositivo quando ci si trova ad attraversare un imprevisto non avviene automaticamente. Specialmente quando ciò che accade ha le dimensioni di una pandemia su scala globale che con violenza incute paura, costringe a rimanere in casa e rivoluziona la vita. Ma se da un lato questa spinta di reazione è determinante per continuare a vivere, altrettanto decisiva è la necessità di avere qualcuno a cui raccontare il proprio vissuto per essere accompagnato a trovare dentro la crisi un senso e un motivo di speranza.

Su questo la scuola può giocare un ruolo di primo piano ed è quello che ha voluto interpretare il liceo scientifico Gianelli Campus di Chiavari, unica scuola paritaria di secondo grado della diocesi ligure, che ha aderito al progetto 'ScuolAscolta' avviato dalla locale onlus Chiara Rama e coordinato dalla psicologa Erika Panchieri. Uno sportello psicologico aperto a studenti, docenti e genitori per fare rete, per ascoltare e sostenere i più giovani nella rielaborazione di quanto stava accadendo.

Le reazioni da inizio pandemia sono state diverse: «Nella prima fase di lockdown i ragazzi si sono adeguati - spiegano gli psicologi del progetto - mentre le successive riaperture estive hanno scatenato forme di aggressività». La chiusura di settembre per la seconda ondata di contagi Covid ha determinato un considerevole aumento di stanchezza fisica e mentale, ma anche episodi di depressione o espressioni di violenza: «Sono aumentati in maniera esponenziale disturbi d’ansia, attacchi di panico e angosce - continuano i referenti di 'ScuolAscolta' - e alcuni hanno fatto fatica a rientrare in aula per aver sviluppato fobia scolare. Da segnalare l’aumento delle dipendenze da sostanze e alcolici».

L’arrivo della terza ondata, le continue aperture e chiusure, la mancanza di attività sportive o del semplice incontro tra amici hanno richiesto un surplus di tempo per dare ascolto ai ragazzi che rischiavano di rimanere stretti nella morsa dell’ansia e della tristezza. «È stata una sfida anche per noi adulti provare a prenderci cura di chi rimaneva più indietro in una situazione di oggettiva complessità generale spiega Daniela Loero, il dirigente scolastico -. Ma crediamo in una scuola che si prenda a cuore la formazione globale della persona e questa è stata un’opportunità».

Luca Sardella

Avvenire, 12 maggio 2021