UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Lezioni a distanza, attenti ai «fragili»

Cocchi (Diocesi di Bologna): “Una scuola di valori”
15 Marzo 2021

Un nuovo lockdown generale per la scuola. Il viaggio tra i disagi e le sfide di questo secondo periodo di chiusura a causa del Covid parte dal racconto degli insegnanti in prima linea tra Dad e una missione educativa in parte da reinventare, a partire dalla vicinanza ai più fragili. Ne è convinto Roberto Bianchi, insegnante di lettere alla secondaria di primo grado «De Andrè» di Bologna.

«Lavoriamo molto sulle emozioni in questo periodo spiega Bianchi - cerchiamo di accompagnarli indagando pensieri e paure legate alla pandemia. Mi sforzo un po’ alla volta di tirarle fuori e di aiutarli a rielaborare questi vissuti attraverso la lettura e la scrittura. Emergono sempre cose interessanti. Sicuramente una volta finita questa emergenza dobbiamo far ripartire le loro vite, gli incontri in presenza. È triste e inquietante in questi giorni vedere le aule senza studenti e senza le loro voci. L’attenzione in queste settimane è per tutti e in particolare per i più fragili e deboli che rischiano di rimanere indietro e di non farcela fino in fondo». Altro fronte caldo quello delle famiglie che cominciano a sentire il peso di una situazione che si protrae da molto tempo e che devono difficilmente incastrare lavoro, cura della famiglia e organizzazione dei compiti e delle connessioni.

«La didattica a distanza (Dad) ha comunque un valore, perciò anche in questo periodo di pandemia si è sempre fatto scuola, anche se siamo consapevoli che in classe gli alunni sono stimolati a pensare e a introiettare di più le cose. E certamente l’esperienza di questo difficile periodo ci ha aiutati a cercare nuove soluzioni, che resteranno anche a pandemia finita». È il pensiero di Daniela Cagarelli Voli, insegnante di lettere di lungo corso alla scuola media paritaria Malpighi, sulla scuola «al tempo del Covid». «I problemi sono stati e sono tanti - spiega -. Dall’inizio dell’anno scolastico modifichiamo in continuazione spazi, orari, ingressi per venire incontro alle situazioni che cambiano: e questo perché abbiamo dovuto, ma anche voluto salvaguardare insieme sicurezza e presenza a scuola, cioè quel rapporto il più possibile vivo che la scuola è.

Oggi siamo di nuovo in Dad, ma portiamo avanti anche il “Progetto inclusione”. Un’ordinanza regionale infatti prevede la possibilità di svolgere attività in presenza “per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali”. A questi ragazzi quindi è sempre garantita la didattica in presenza. Perché? Perché vogliamo, pur rispettando la sicurezza, che i ragazzi siano il più possibile coinvolti e chiamati al lavoro».

«La Dad infatti - conclude Daniela comporta il rischio che il ragazzo a lungo andare si senta molto solo (e molti lo sono a casa, perché i genitori lavorano) e veda la permanenza davanti al video come un analogo dell’assistere a una realtà esterna. Per questo cerchiamo che anche in Dad si sentano interpellati: devono essere tutti presenti, non spegnere la telecamera e lavorare insieme». (Luca Tentori – Chiara Unguendoli)

Cocchi: una scuola di valori

«In questa pandemia i ragazzi sono cambiati. Gli hanno spento la luce e li hanno privati di tutti i loro punti fermi: andare a scuola, fare le solite cose, vivere una esistenza sicura insieme gli amici. Si sono trovati ad essere dei bambini piccoli ai quali viene spenta la luce alla sera, e con le mani devono cercare le porte tastando i muri delle pareti. La vita ci ha richiesto di accettare i limiti». Queste le parole di Silvia Cocchi, incaricata della Pastorale scolastica dell’Arcidiocesi, ospite a Rasti Radio, la web radio della parrocchia di Rastignano, che trasmette ogni giovedì sulle frequenze di Radio Mater.

Intervistata da Simone Gaspari e Jefferson Volta, la Cocchi ha parlato a lungo del mondo della scuola. «Non ci è consentito stare fermi nel porto all’infinito, protetti dal vento delle tempeste e della vita, ma siamo obbligati a navigare – ha detto la Cocchi –. Spesso ci chiediamo se la Dad (didattica a distanza) abbia valore; certo di un profondo senso di responsabilità delle parti.

Dico ai miei ragazzi a scuola: non addormentatevi, non abbiate paura delle prove e delle fatiche, di navigare fuori dal porto. Cerchiamo di diventare migliori, partendo da questa situazione di difficoltà». «Noi abbiamo lavorato molto con le scuole in questi mesi - ha concluso Cocchi - assieme al cardinale Zuppi, offrendo locali all’interno delle parrocchie, stando vicino agli studenti con la comunità, integrando gli apprendimenti della Dad, eccetera E questo è un invito a fare “Chiesa in uscita”, a dare un servizio di valore e di valori al mondo della scuola». (Gianluigi Pagani)

Bologna Sette, 14 marzo 2021