UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Lettera di un professore ai ‘suoi’ allievi

Ragazzi, ora è il vostro momento: dite al mondo chi volete essere
18 Giugno 2020

Carissimi Maturandi… Adesso tocca voi! Non che prima non sia stato un vostro dovere mettercela tutta, ma gli esami di maturità sono la prima vera prova per una scuola in presenza e, per molti, anche di vita.

Siete entrati nella scuola che eravate poco più che bambini con numerose aspettative, con la voglia di apprendere, con entusiasmo, allegria, curiosità e fiducia nel prossimo. Già avevate in testa la domanda: «Cosa farò da grande?». Vi ho visti piangere e tremare in questi anni, vi ho visti forti e dignitosi anche nei momenti difficili, quando la vita vera, troppe volte fuori dalla scuola e dagli esami, è entrata determinata per farvi cadere, come in questi difficili ultimi mesi.

Ora, dopo cinque anni, tocca a voi! Fermatevi un attimo sui testi, sul pc, dinanzi ai volti dei compagni, dei parenti, degli amici e dei prof; fermatevi e riflettete per cercare di capire chi siete adesso rispetto a quel bambino di allora che sapeva sicuramente rispondere alla domanda «cosa farò da grande», trasformandola oggi in «chi desidero essere domani?». Avete vissuto in classe anni intensi, ma non meno è stata la vita: sogni, speranze, paure, dolori, amori, amicizie, impegno, spensieratezza, delusioni, e ora pure la pandemia.

Forse la scuola non vi ha permesso di esprimervi liberamente quelle volte che in classe avreste voluto un confronto con i compagni e col prof; bene, ora tocca a voi esprimervi al meglio! Forse avreste voluto essere più partecipi durante le lezioni, protagonisti dell’esperienza scolastica, promotori di iniziative; bene, è il vostro momento! Forse non vi siete più mossi da casa per studiare da mesi, siete diventati insopportabili e isterici, avete pianto per aver avuto la media più bassa del previsto, avete studiato strategie per affrontare questo momento; bene, mettetevi in gioco seriamente!

Tutti vi dicono che siete il futuro della società, ma forse senza troppa convinzione, invece non vi hanno detto che siete il presente, perché senza l’oggi non c’è alcun domani. Tocca a voi non continuare a dormire dinanzi al «sonno della ragione», non farvi assoggettare dal qualunquismo e dal nichilismo, aprire gli occhi con senso critico e farli aprire ai vostri coetanei con speranza. Tocca a voi dire agli adulti che si può vivere in modo diverso e nuovo, che potete impegnarvi per una società diversa, che siete appassionati dello studio così come della vita, che avete bisogno anche di loro, soprattutto quando desiderano il vostro bene e sanno dimostrarvelo.

Non perdete di vista i libri, ma non perdete di vista soprattutto i vostri affetti. Non abbandonate la concentrazione, non dimenticate che avete accanto a voi compagni che potrebbero aver bisogno di una pacca sulla spalla. Auguri, perché forse soffrirete un po’ in queste ore, ma «il ferro si tempra col fuoco». Siate il ferro e non abbiate paura, perché è il vostro tempo, il vostro esame, la vostra vita. Tocca a voi e siate felici!

Marco Pappalardo

Avvenire, 17 giugno 2020