UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Leone XIV e l’educazione

Superare le visioni ideologiche
19 Giugno 2025

Il 15 maggio 2025 abbiamo ascoltato le prime parole di papa Leone sull’educazione, in occasione del terzo centenario dell’approvazione dell’Istituto Fratelli delle scuole cristiane (1725) e del 75° anniversario della proclamazione di San Giovanni Battista de La Salle “Patrono celeste di tutti gli educatori” (1950). Tre i passaggi che sottolineiamo.

“Scuole dei poveri”. Il Pontefice ha ricordato che il Santo rispose alla richiesta di aiuto di un laico, Adriano Nyel, che faticava a tenere in piedi le sue “scuole dei poveri”, dando vita alle Scuole cristiane, gratuite e aperte a chiunque. Una prima osservazione. Da allora è evidente che il mondo della formazione scolastica è radicalmente cambiato. E tuttavia lo stesso ardore educativo ispirato cristianamente anima tutte le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana. Certo, esse vengono etichettate come “scuole dei ricchi”, ma sappiamo bene che, posta qualche eccezione, il vero impedimento alla libera scelta educativa della famiglia e l’acceso libero a tutti è dovuto ad un sistema nazionale che, pur riconoscendo l’alta qualità formativa, non ammette chiaramente l’immenso risparmio economico per lo Stato, il quale non dà compimento alla legge della parità 62/2000 e l’articolo 30 della Costituzione.

Questo suscita in noi serie domande. Quando si supereranno le visioni ideologiche e stataliste del sistema di istruzione pubblica? Perché non si uniscono le forze statali e paritarie per essere, insieme, di supporto alle famiglie e alla spaventosa carenza di servizi dell’infanzia, laddove ci sono già 5.581 scuole dell’infanzia e potrebbero diventare poli 06 a bassi costi per lo Stato, che deve raggiungere una copertura del 33% sul territorio nazionale entro il 2027? “I giovani, un vulcano di vita” che hanno “bisogno di aiuto per superare gli ostacoli dell’isolamento, dei dilaganti modelli relazionali improntati a superficialità, individualismo e instabilità affettiva; alla diffusione del relativismo; al prevalere di ritmi e stili di vita in cui non c’è abbastanza posto per l’ascolto, la riflessione e il dialogo, a scuola, in famiglia, a volte tra gli stessi coetanei, con la solitudine che ne deriva”. Da cui, la necessità di esplorare vie, elaborare strumenti e adottare linguaggi nuovi per toccare ancora il cuore degli alunni.

“La docenza vissuta come ministero e missione, come consacrazione nella Chiesa”. Il Santo, cita il Papa, amava dire ai laici: “Il vostro altare è la cattedra”, promuovendo così nella Chiesa del suo tempo una realtà fino ad allora sconosciuta: quella di insegnanti laici investiti, nella comunità, di un vero e proprio “ministero”, quel “munus sacerdotale, profetico e regale che tutti abbiamo ricevuto nel Battesimo”. Una seconda osservazione. Abbiamo bisogno che la Chiesa, lo Stato e la società tutta investano più energie nel mondo della “scuola dei poveri”, nella passione per la formazione umana, professionale e cristiana dei “giovani, vulcani di vita” e nel “ministero dei docenti”.

Mario Della Giovanna, Consulente ecclesiastico Fism nazionale

Avvenire, 19 giugno 2025