Per prima l’Italia introduce a scuola i temi della sostenibilità ambientale, dello sviluppo sostenibile, della biodiversità, di Agenda 2030 e lo fa rimodulando l’educazione civica che da settembre torna ad essere un insegnamento obbligatorio con il voto in pagella e 33 ore di lezione l’anno.
«Quella relativa alle lezioni sull’ambiente è una grande occasione – ha detto il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti – parlando alla stampa estera –. Si tratta di 33 ore l’anno obbligatorie con tanto di voto finale e riguarderanno le primarie, le medie e le superiori. A gennaio e febbraio partiranno i corsi di formazione dei docenti perché le lezioni inizieranno già dal prossimo anno scolastico, a settembre 2020». Per la formazione dei docenti il ministero vuole aumentare le risorse portandole a 10 milioni. «È la prima volta al mondo che il tema dello sviluppo sostenibile diviene centrale nella scuola», ha sottolineato il ministro aggiungendo che questo è solo il primo step: le materie scolastiche andranno riviste per introdurre trasversalmente il tema dello sviluppo sostenibile. «Anche le altre materie saranno modificate in quest’ottica: geografia, scienze, fisica si avvicineranno sempre più alla sostenibilità e saranno legate tra loro», ha chiarito.
Nel programma dell’educazione civica entreranno anche la Costituzione italiana, l’Unione europea, gli organismi internazionali, gli elementi fondamentali di diritto con particolare riferimento al diritto del lavoro, l’educazione alla legalità, la cittadinanza digitale. E tuttavia è l’insegnamento dello sviluppo sostenibile in senso lato che sta a cuore al ministro. «Nella società e tra i giovani c’è una grande domanda di questi temi. Certo, diventa velleitario parlarne se poi gli edifici scolastici sono fatiscenti », ha fatto notare Fioramonti. La legge che ha introdotto l’educazione civica a scuola è entrata in vigore il 5 settembre scorso; il ministero ha istituito un Comitato tecnico scientifico per la redazione delle Linee guida, svolgendo un’attività di consultazione del territorio.
Avvenire, 13 novembre 2019