Passo avanti sul ritorno dell’educazione civica nelle scuole. I sindaci hanno salutato con soddisfazione la consegna a Montecitorio delle 78mila firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre negli istituti la materia 'Educazione alla cittadinanza'. Ieri mattina è toccato al primo cittadino di Firenze, Dario Nardella, guidare la delegazione Anci e festeggiare sorridente l’evento tra i cartoni vidimati contenenti i plichi. E ha anche inviato ai parlamentari un appello a dimostrare concretezza sul tema, facendo in modo che la proposta di legge possa essere quanto prima calendarizzata e discussa. In sintonia con lui il presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, il quale, anche se assente, ha parlato di «una grande vittoria, anche dei cittadini che hanno a cuore le loro città, che si spendono perché siano sempre vivibili facendo la loro parte».
L’iniziativa dell’Anci - partita il 14 giugno scorso con il deposito della proposta di legge in Cassazione e poi a luglio con la raccolta di firme - punta all’insegnamento non solo dei principi fondamentali della Costituzione nelle scuole, ma prevede anche molte novità. Tra queste lo studio del Diritto del lavoro, delle Istituzioni europee, dell’Educazione ambientale, digitale, alimentare e degli enti locali, con il supporto dei Comuni a cui è riconosciuto il compito di promuovere iniziative di integrazione dell’offerta formativa delle scuole sul funzionamento delle amministrazioni locali e dei loro organi.
Secondo Decaro, «quella di oggi è anche la vittoria di quei cittadini che non pensano che il problema sia sempre qualcun altro, il vicino incivile, il vigile che sanziona, il netturbino poco efficiente, ma al contrario, giustamente pretendendo servizi da chi amministra, assumendo un pezzo di responsabilità rispetto alla cura della città, il proprio pezzo». «Faccio un appello ai presidenti di Camera e Senato e ai capigruppo delle due assemblee – ha detto Nardella – a lavorare affinché questo progetto di legge diventi il punto di riferimento comune di tutte le forze politiche. Perché su un tema così non ci si può dividere, quindi chiedo che venga messo all’ordine del giorno per la discussione e anche per la votazione, cosa che purtroppo di solito non viene fatta per i progetti di legge di iniziativa popolare. Un messaggio in questo senso, chiaro e unitario da parte del Parlamento, non solo andrebbe in sintonia con il messaggio del capo dello Stato, ma costituirebbe anche un fatto positivo verso tutti gli italiani».
Avvenire, 5 gennaio 2019