UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le nomine di Patrizio Bianchi e Cristina Messa

Scuola verso l’anno costituente
15 Febbraio 2021

Il nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, 69 anni (coniugato, due figli), non è un debuttante nei palazzi della politica, essendo stato assessore all’Istruzione della Regione Emilia Romagna, con le giunte dei governatori Vasco Errani e Stefano Bonaccini. Nato a Copparo, in provincia di Ferrara, è professore ordinario di Economia e Politica industriale all’università estense, di cui è stato rettore dal 2004 al 2010. Nella primavera del 2020 viene nominato alla guida della task force, voluta dalla ministra Lucia Azzolina, per la ripresa delle scuole in presenza e sicurezza. Una ripartenza che, ha detto in una recente intervista ad Avvenire, dovrà tenere conto che «la scuola pre-Covid non esiste più», lanciando per primo l’idea di un «anno costituente» della scuola italiana.

Per avviare «una nuova stagione in cui la scuola torni ad essere, o forse meglio divenga, il motore della crescita di un Paese che da troppo tempo è bloccato», ha scritto Bianchi nel suo ultimo libro Nello specchio della scuola, uscito per Il Mulino in piena pandemia, che dà l’idea del modello di scuola che ha in mente il nuovo ministro dell’Istruzione. Una scuola, innanzitutto che sia «veramente inclusiva e rivolta a dare ai nostri ragazzi strumenti per comprendere questo mondo così complesso, ma soprattutto che insegni loro a “fare comunità”, cioè a ricomporre diritti e solidarietà di una società molto più articolata del passato». Un sistema, dunque, soprattutto solidale e basato sui “patti di comunità”, già al centro delle proposte della task force la scorsa estate. «Educare alla solidarietà – scrive ancora Bianchi – vuol dire partire dalle effettive realtà locali, per costruire con i ragazzi percorsi di conoscenza condivisa, in cui ognuno - non uno di meno - possa partecipare della scoperta collettiva, che costruisce comunità solidali».

«Sono molto contento ed emozionato per questo incarico. Sono sicuro che avrò l’aiuto di tutti. Dobbiamo fare una scuola nuova, ce la faremo tutti insieme», sono state le prime parole del neo-ministro Bianchi, rilasciate al sito Orizzontescuola.

Al ministero dell’Università e Ricerca arriva, invece, Cristina Messa, che prende il posto di Gaetano Manfredi, ex-presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. Nata a Monza l’8 ottobre 1961, Messa si è laureata in Medicina e Chirurgia nel 1986 e successivamente si è specializzata in Medicina Nucleare presso l’Università di Milano. Dal 2013 al 2019 è stata rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, prima donna di un ateneo milanese e quarta in Italia. E proprio l’attuale rettrice dell’università meneghina, Giovanna Iannantuoni, che è succeduta a Messa, è stata tra i primi a congratularsi con la neo-ministra. Ricordando come anche la nuova ministra della Giustizia, Marta Cartabia, sia una docente dell’ateneo, dove insegna Diritto Costituzionale. «Sono orgogliosa per l’incarico conferito alla professoressa Cristina Messa – ha detto Iannantuoni – persona di alto profilo accademico e di grande correttezza istituzionale. Porterà al ministero dell’Università e della Ricerca tutta la sua competenza e il suo valore professionale».

Soddisfazione per la nomina della professoressa Messa è stata espressa anche da Vincenzo Salvatore, presidente della Conferenza dei Collegi universitari di merito (Ccum). «La sua nomina è un segnale di grande attenzione del governo per questo settore – ha sottolineato Salvatore – e l’auspicio è che proprio la formazione universitaria e la ricerca siano messi al centro del progetto per l’impiego del recovery fund».

Paolo Ferrario

Avvenire, 13 febbraio 2021