Alla fine, il “pasticciaccio brutto” dei fondi alle scuole paritarie del Lazio è stato risolto con un decreto urgente firmato l’altra sera dal ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che chi l’ha vista descrive «molto arrabbiata» per quanto accaduto. Con questo provvedimento, il Miur ha (ri)assegnato all’Ufficio scolastico regionale i 46 milioni che lo stesso Usr non era riuscito a distribuire ai 1.200 istituti non statali della regione e che erano così ritornati al ministero del Tesoro.
L’incredibile vicenda è stata denunciata due mesi fa da Avvenire, che aveva raccolto il grido di dolore dell’Istituto Calasanzio dei padri Scolopi di Frascati, la più antica scuola popolare pubblica d’Europa, fondata nel 1616 da San Giuseppe Calasanzio. Dopo 4 secoli di onorata attività, la scuola aveva annunciato l’intenzione di chiudere proprio a causa della mancata erogazione di 350mila euro di fondi statali. Da qui è scoppiato il bubbone che, come ha raccontato a un quotidiano il direttore dell’Usr Lazio, Gildo De Angelis, sarebbe dovuto alla negligenza del dirigente preposto «che non ha voluto seguire le nostre indicazioni». Insomma, ammette De Angelis, «ci è sfuggita un attimo la situazione ». Sta di fatto che, dei 56.376.763 euro che il Miur aveva assegnato all’Usr il 27 settembre 2016, appena 7.795.127,94 erano stati effettivamente impegnati. Sul resto è «calata la nebbia più totale», come denuncia il vice-segretario aggiunto della Fism (Federazione italiana scuole materne), Antonio Trani. Che ora chiede di «rivedere il sistema» perché, ricorda, a causa della burocratica gestione dei fondi statali, che (quando arrivano) sono perennemente in ritardo rispetto alla tabella dei pagamenti, «negli ultimi 5 anni, almeno cento scuole paritarie del Lazio sono state costrette a chiudere». In vista del nuovo anno scolastico, «già 4-5 mi hanno annunciato l’intenzione di non riaprire», aggiunge Trani. E il motivo è sempre lo stesso: la mancata assegnazione dei contributi statali, che ammontano a 500 milioni di euro l’anno per le 12mila scuole paritarie italiane.
«Sollievo» ma anche «tanta amarezza» di fondo per il “caso-Lazio” è espressa dal sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, protagonista di un’infuocata riunione, l’altra sera al Ministero, proprio con i vertici dell’Usr, a cui è stato chiesto conto delle falle apertesi nel meccanismo di distribuzione dei soldi. «Con il decreto del ministro – dice Toccafondi – abbiamo sistemato la situazione, ma è chiaro che ora vogliamo vederci chiaro sul comportamento di tutti gli Usr e, per questo motivo, organizzeremo un monitoraggio periodico sull’intero territorio nazionale ». Ciò che è successo nel Lazio, è il ragionamento di Toccafondi, è «sintomo che sulle scuole paritarie dobbiamo ancora lavorare molto» perché il problema è «sia politico che culturale». «Bisogna capire che queste scuole hanno bisogno di un’attenzione maggiore, sotto tutti i punti di vista», ribadisce il sottosegretario al Miur, che da anni porta avanti le istanze del «secondo pilastro», come l’ha definito lo stesso ministro Fedeli, del sistema nazionale d’istruzione. Un pilastro che, però, ha bisogno di essere riconosciuto e sostenuto in modo adeguato.
Proprio alla luce di questa necessità, in questi giorni e quindi in anticipo rispetto agli anni passati, la Corte dei Conti dovrebbe dare il via libera ai 500 milioni di euro del finanziamento 2017, insieme al 24 milioni per il sostegno degli alunni disabili iscritti alle paritarie e ai 50 milioni aggiuntivi per le scuole materne. Una boccata d’ossigeno attesa da tempo e che, come sottolinea nuovamente Toccafondi, «permetterà, per la prima volta, alle scuole di cominciare il nuovo anno scolastico potendo contare su tutte le risorse di cui hanno bisogno».
Paolo Ferrario
Avvenire, 30 giugno 2017