Universitari a scuola dai liceali. Cioè i 'piccoli' che insegnano ai 'grandi'. Succede a Venezia dove fino al 3 dicembre è visitabile la riproduzione in scala uno a quattro della Cappella degli Scrovegni di Giotto. Nella Scuola Grande di San Rocco, uno dei monumenti più celebri della città, a due passi dalla basilica dei Frari, si può entrare al pianterreno nel facsimile ad altissima risoluzione del capolavoro padovano. Una visita resa più stimolante e coinvolgente da un folto gruppo di studenti: sono centoventi ragazze e ragazzi degli istituti cittadini Bruno-Franchetti, Marco Polo, Foscarini, Fermi e Gritti che, a turno, fanno da guide. Perciò capita di vederli mentre spiegano storia e significati degli affreschi giotteschi agli studenti più grandi, quelli delle università, o anche a chiunque lo desideri (l’ingresso è gratuito).
Il tutto è reso possibile grazie all’alternanza scuola-lavoro. Una 'rivoluzione' che quest’anno entra pienamente a regime e che porta gli studenti del triennio a fare 200 (per i liceali) o 400 ore (per tutti gli altri) di stage prima dell’esame di Stato.
Attorno alla mostra sulla Cappella degli Scrovegni nasce dunque la collaborazione fra le scuole, l’Ufficio scolastico regionale e gli Uffici di Pastorale scolastica, dei Beni culturali e turismo del Patriarcato di Venezia. «Non siamo soprammobili, ma protagonisti», dice uno dei ragazzi, in una pausa della spiegazione si cosa voleva comunicare Giotto dipingendo le storie di Gesù e della Vergine. «Questo progetto dà anche a me l’incredibile possibilità di imparare dai ragazzi – aggiunge Roberto Filippetti, curatore e ideatore della mostra, realizzata da Itaca e che da anni viene allestita in scuole, parrocchie e centri culturali di tutta Italia –. Quando insegniamo lo scopo non dev’essere far vedere quanto siamo bravi noi prof ma aiutare i giovani a dare il meglio».
Mentre alcuni ragazzi accolgono i visitatori all’entrata della Scuola Grande altri gestiscono presso la vicina Domus Civica la parte social dell’evento, aggiornando le pagine Facebook e Instagram con foto, aneddoti e interviste. Spiega don Francesco Marchesi, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale scolastica: «Così possiamo avvicinare gli studenti a realtà del nostro patrimonio culturale che ci sono care e, al tempo stesso, creiamo per loro occasioni di incontro e amicizia. L’importante è che gli studenti capiscano il contenuto di ciò che presentano. L’alter-nanza scuola-lavoro diventa in questo perfino un’inaspettata occasione di evangelizzazione ». Un’occasione perfino sorprendente, se è vero che una ragazza che non aveva mai partecipato all’ora di religione si è appassionata a spiegare il Vangelo dipinto da Giotto.
La mostra «Giotto. La cappella degli Scrovegni » dopo Venezia toccherà altre 14 città del Veneto durante tutto l’anno scolastico. Aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30, offre altre informazioni. Si può prenotare visitando il sito creato dagli studenti stessi: www.giottofascuola.it.
Giorgio Malavasi
Avvenire, 28 novembre 2017