UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

L’Acru sollecita sostegni in una lettera aperta al governo

Collegi universitari: aiutare le famiglie degli studenti fuorisede. Sono diecimila i giovani ospitati in 110 strutture che non hanno mai chiuso
20 Aprile 2020

Anche le residenze universitarie per gli studenti fuori sede aggiungono la propria voce chiedendo allo Stato interventi per sostenere l’intera rete. L’Associazione che riunisce oltre 110 strutture residenziali gestite da più di 90 enti, l’Acru, lo fa con una lettera aperta al governo, ricordando come queste strutture, che ospitano circa diecimila studenti iscritti in più di 40 sedi italiane, sono «per moltissimi giovani universitari fuori–sede rappresentano luoghi accoglienti e protetti dove poter risiedere in serenità e sicurezza». Strutture, tra l’altro, che in questi giorni di emergenza hanno continuato a offrire il proprio servizio nel rispetto delle norme di sicurezza: «Mantenere aperte le strutture e attivi i servizi connessi – commenta l’Acru – si è configurata come una scelta forte e impegnativa, basata sulla consapevolezza di rappresentare un punto di riferimento importante e necessario per le famiglie di numerosi studenti italiani e anche internazionali».

Del resto il blocco degli spostamenti in moltissimi casi ha impedito agli studenti fuori sede di ritornare presso le abitazioni. Questo ha fatto emergere «questioni organizzative legate al mantenimento dei servizi, alla tutela del personale operativo e alla sua possibile riduzione».

«Si sono presentati scenari complessi rispetto alla sostenibilità economica delle attività – fa notare la lettera aperta firmata da Angelo Giornelli, presidente dell’Acru –, tra cui, da un lato, i problemi finanziari legati alla liquidazione dei fornitori, degli affitti, delle utenze e, dall’altro, le difficoltà di pagamento delle rette da parte delle famiglie». Soprattutto la preoccupazione dell’Acru è «di non aggravare ulteriormente le situazioni di fragilità economica e sociale delle famiglie da cui provengono gli studenti». Tutto questo anche nella prospettiva della prossima ripresa del servizio globale, che «senza aiuti vedono seriamente compromesso».

Anche per questo motivi l’Acru chiede «a tutte le istituzioni nazionali e locali, che siano previste all’interno delle misure in corso di definizione e dei provvedimenti che saranno adottati, le opportune forme di sostegno per le famiglie degli studenti fuori sede».

Tre le richieste specifiche. La prima è l’inquadramento delle strutture come residenze universitarie e non “case per ferie” come attualmente considerate; la seconda è la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie dei fuorisede per le spese di alloggio; e – terza richiesta – l’azzeramento delle imposte e dei tributi locali nel 2020 per tutte le residenze universitarie.

Enrico Lenzi

Avvenire, 15 aprile 2020