Non ci sarà quest’anno una vera Notte prima degli esami com’è stato per generazioni di studenti. Ma ce ne saranno tante, diffuse e diverse. Manca un mese circa alla maturità e i quasi 500mila studenti italiani del quinto anno delle superiori, a casa, si preparano alla prova in questo tempo inimmaginabile. «Per questo c’è anche una prova di maturità che dobbiamo fare tutti, nei nostri comportamenti, da esseri umani. La situazione orrifica ci obbliga a una prova di maturità collettiva, come comunità», dice il giornalista e conduttore Edoardo Camurri, che in queste settimane di “scuola in tv” è salito in cattedra prima con #Maestri (su Rai 3, alle 15.20) e da questa sera, alle 21.10, per sette mercoledì, su Rai Storia (canale 54), con Prova di maturità. Una “duplice” maturità – scuola e vita – che passa anche per il piccolo schermo.
Camurri, come si svolge la Prova di maturità in trasmissione?
È la simulazione dell’esame orale, l’unico che è rimasto nella maturità di quest’anno, fondato su un percorso interdisciplinare a partire dalle parole simbolo del Novecento. In ogni puntata due importanti intellettuali italiani costruiranno il loro cammino ideale e mostreranno allo studente in trasmissione (in streaming) e a quelli a casa davanti alla tv, le connessioni, gli intrecci e i collegamenti tra materie diverse. Dal totalitarismo alla famiglia, dall’inconscio alla globalizzazione, e poi la maschera, l’intelligenza artificiale, il cibo. Sette belle dimostrazioni di come si possono fare dei ragionamenti ampi e interessanti.
Qual è la parola da cui si parte stasera?
Famiglia, la struttura cardine della società umana, cambiata nel corso del Novecento più che nel corso di tutto il millennio precedente. A simulare l’esame saranno la scrittrice, Premio Strega nel 2003, Melania Mazzucco e l’antropologo Marino Niola. Il primo dei ragazzi sarà un bravissimo studente del liceo classico “Tito Livio” di Martina Franca, Raffaele Cagnazzo. Si passerà dalla storia, alla letteratura italiana e le scienze: pensiamo al referendum sul divorzio, l’abolizione – pensate solo nel 1981 – del delitto d’onore, oppure i femminicidi, le pagine de “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo sul rapporto con il padre, o il concetto scientifico di imprinting nelle oche selvatiche elaborato da Konrad Lorenz.
Da due settimane ogni pomeriggio lei va in onda con #Maestri, introducendo le lezioni di accademici, esperti e personaggi che sviluppano un tema.
È una esperienza bellissima ed emozionante che andrà avanti per 43 puntate: dimostra la possibilità di poter offrire ai telespettatori un discorso compiuto e strutturato e avere con la tv un rapporto rivoluzionario. Un mosaico didattico senza precedenti pensato e realizzato in collaborazione con il ministero dell’Istruzione.
La tv si è ripresa il ruolo che sembrava aver perduto negli ultimi anni. È stata una prova di maturità anche per la Rai?
Assolutamente. Siamo tutti sotto esame e stiamo facendo il massimo. La tv è il media che ancora oggi arriva davvero a tutti e che quando si fa con serietà e amore funziona. La tv che tiene insieme il Paese, fa sentire parte della stessa comunità, che era poi l’antica funzione della tv di quando è nata. La Rai ha svolto pienamente il suo ruolo di servizio pubblico: è scesa in campo con tutte le sue forze e responsabilità. Con il canale dedicato Rai Scuola, i programmi di Rai Cultura e Rai Ragazzi e delle altre strutture ha offerto una programmazione all’altezza di quello che sta succedendo per “supplire” in qualche modo alla chiusura delle scuole chiuse. Con #Maestri e Prova di maturità abbiamo cercato di dimostrare la grandezza della cultura, quando lega, unisce con uno stesso filo diversi aspetti del sapere, diversi fenomeni anche i più lontani. Come la cultura ci invita a pensare, ad allargare le coscienze. Ci cura, come una terapia per l’essere.
Qual è il ricordo della sua maturità?
È quella settimana in cui il nostro professore di latino, Maurizio Lana, ci ha portato tutti in campagna a studiare, fare le grigliate, guardare le stelle, tutti insieme. L’ultimo saluto fra i compagni di classe dello Scientifico di Moncalieri, al termine di un percorso formativo straordinario, per arrivare preparati, con nozioni ed emozioni, a vivere umanamente l’esperienza della maturità. Pronti a tutto quello che sarebbe arrivato anche dopo.
Giuseppe Matarazzo
Avvenire, 13 maggio 2020