UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La tv sale in cattedra

Camurri: «Una prova di maturità per tutti»
19 Maggio 2020

Non ci sarà quest’anno una vera Notte prima degli esami com’è stato per generazioni di studenti. Ma ce ne saranno tante, diffuse e diverse. Manca un mese circa alla maturità e i quasi 500mila studenti italiani del quinto anno delle superiori, a casa, si preparano alla prova in questo tempo inimmaginabile. «Per questo c’è anche una prova di maturità che dobbiamo fare tutti, nei nostri comportamenti, da esseri umani. La situazione orrifica ci obbliga a una prova di maturità collettiva, come comunità», dice il giornalista e conduttore Edoardo Camurri, che in queste settimane di “scuola in tv” è salito in cattedra prima con #Maestri (su Rai 3, alle 15.20) e da questa sera, alle 21.10, per sette mercoledì, su Rai Storia (canale 54), con Prova di maturità. Una “duplice” maturità – scuola e vita – che passa anche per il piccolo schermo.

Camurri, come si svolge la Prova di maturità in trasmissione?

È la simulazione dell’esame orale, l’unico che è rimasto nella maturità di quest’anno, fondato su un percorso interdisciplinare a partire dalle parole simbolo del Novecento. In ogni puntata due importanti intellettuali italiani costruiranno il loro cammino ideale e mostreranno allo studente in trasmissione (in streaming) e a quelli a casa davanti alla tv, le connessioni, gli intrecci e i collegamenti tra materie diverse. Dal totalitarismo alla famiglia, dall’inconscio alla globalizzazione, e poi la maschera, l’intelligenza artificiale, il cibo. Sette belle dimostrazioni di come si possono fare dei ragionamenti ampi e interessanti.

Qual è la parola da cui si parte stasera?

Famiglia, la struttura cardine della società umana, cambiata nel corso del Novecento più che nel corso di tutto il millennio precedente. A simulare l’esame saranno la scrittrice, Premio Strega nel 2003, Melania Mazzucco e l’antropologo Marino Niola. Il primo dei ragazzi sarà un bravissimo studente del liceo classico “Tito Livio” di Martina Franca, Raffaele Cagnazzo. Si passerà dalla storia, alla letteratura italiana e le scienze: pensiamo al referendum sul divorzio, l’abolizione – pensate solo nel 1981 – del delitto d’onore, oppure i femminicidi, le pagine de “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo sul rapporto con il padre, o il concetto scientifico di imprinting nelle oche selvatiche elaborato da Konrad Lorenz.

Da due settimane ogni pomeriggio lei va in onda con #Maestri, introducendo le lezioni di accademici, esperti e personaggi che sviluppano un tema.

È una esperienza bellissima ed emozionante che andrà avanti per 43 puntate: dimostra la possibilità di poter offrire ai telespettatori un discorso compiuto e strutturato e avere con la tv un rapporto rivoluzionario. Un mosaico didattico senza precedenti pensato e realizzato in collaborazione con il ministero dell’Istruzione.

La tv si è ripresa il ruolo che sembrava aver perduto negli ultimi anni. È stata una prova di maturità anche per la Rai?

Assolutamente. Siamo tutti sotto esame e stiamo facendo il massimo. La tv è il media che ancora oggi arriva davvero a tutti e che quando si fa con serietà e amore funziona. La tv che tiene insieme il Paese, fa sentire parte della stessa comunità, che era poi l’antica funzione della tv di quando è nata. La Rai ha svolto pienamente il suo ruolo di servizio pubblico: è scesa in campo con tutte le sue forze e responsabilità. Con il canale dedicato Rai Scuola, i programmi di Rai Cultura e Rai Ragazzi e delle altre strutture ha offerto una programmazione all’altezza di quello che sta succedendo per “supplire” in qualche modo alla chiusura delle scuole chiuse. Con #Maestri e Prova di maturità abbiamo cercato di dimostrare la grandezza della cultura, quando lega, unisce con uno stesso filo diversi aspetti del sapere, diversi fenomeni anche i più lontani. Come la cultura ci invita a pensare, ad allargare le coscienze. Ci cura, come una terapia per l’essere.

Qual è il ricordo della sua maturità?

È quella settimana in cui il nostro professore di latino, Maurizio Lana, ci ha portato tutti in campagna a studiare, fare le grigliate, guardare le stelle, tutti insieme. L’ultimo saluto fra i compagni di classe dello Scientifico di Moncalieri, al termine di un percorso formativo straordinario, per arrivare preparati, con nozioni ed emozioni, a vivere umanamente l’esperienza della maturità. Pronti a tutto quello che sarebbe arrivato anche dopo.

Giuseppe Matarazzo

Avvenire, 13 maggio 2020