Davanti a lui una commissione di docenti, a braccia conserte, si è messa paziente in ascolto. È stato felice Davide. L’esame di maturità è stato un giorno di festa. E come ogni giorno di festa che si rispetti andava onorato. Anche con il profumo. «Glielo ha regalato Debora, la sua compagna di banco, l’amica del cuore», confida Rosalinda, mamma di Davide e di altri cinque figli: «Solo che Davide è speciale».«Quando ci hanno confermato che fosse autistico, una persona che oggi non c’è più, ci invitò ad essere coraggiosi, perché nostro figlio era un dono doppio», gli fa eco il marito Giuseppe. «Il Signore ci ha ritenuti capaci di sostenerlo con le nostre forze ma anche le nostre debolezze e noi abbiamo accolto questo cammino attraverso la fede che è la forza alla quale ci siamo appoggiati con anima e corpo», riprende Rosalinda. «Per noi la maturità per Davide era impensabile ed invece l’ha fatta. E questo non è un traguardo solo suo, ma anche della nostra famiglia e dei suoi compagni di classe».
Al colloquio con i docenti, sotto la presidenza del dirigente Angela Tuccio, all’Istituto professionale per i servizi alberghieri 'Di Rocco' di Caltanissetta c’erano pure loro ad applaudirlo al termine dell’esame. Debora poi, lo ha abbracciato e gli ha messo la corona d’alloro in testa. «Un esame – racconta papà Giuseppe – che segna però una tappa importante per la vita del nostro Davide. Lo spettro dell’autismo è in una situazione media in Davide, che ha ripetuto il quinto anno per tre volte, fino a quando dopo unlunghissimo percorso, ci siamo convinti che fosse arrivato il tempo per l’esame. È stato entusiasta di vivere questa esperienza come i suoi compagni di classe». Gli stessi che per lui, pennelli alla mano, hanno cambiato i colori alle pareti della classe che ha 'abitato' con la sua insegnante di sostegno.
Davide, che è un perfezionista, ha pensato a colorare i fiori senza alcuna sbavatura. «Quando la docente di inglese gli ha chiesto quale fosse la frase in lingua che ricordava, ci ha pensato un minuto ed ha risposto: «Nothing is impossible ». Niente è impossibile, e il prossimo 25 luglio compirà 21 anni. Sa già come dovrà essere la torta di compleanno. «È appassionato di pasticceria - sorride la mamma -. Ma anche di ricevimento in sala. Frequentando l’istituto alberghiero ha più volte sperimentato la simulazione del lavoro di accoglienza e di receptionist lasciando a bocca aperta la classe e i docenti». Il problema è che «da noi mancano le strutture convenzionate», constata amaramente la coppia. «Davide continuerà a seguire il centro 'Progetto di Vita' seguito da terapisti, psicologi, educatori che lo accompagneranno nelle varie attività in piscina, in cucina, nell’orto. «Lì ormai è in famiglia, lo conoscono tutti», spiegano i genitori. Come a scuola dove tutti hanno imparato che «è meglio bisbigliare e i baci devono essere quattro: due li deve dare e due ne deve ricevere». Così è stato anche all’esame di maturità. I professori gli hanno sorriso compiaciuti e commossi.
Quello di Davide non è stato l’unico 'super-diploma' all’Istituto di Caltanissetta. Perché nella classe accanto, Marco, 18 anni, non udente, ha esposto il suo percorso di studi con il linguaggio dei segni. Davanti all’intera classe, con l’ausilio del-l’interprete, la commissione ha potuto apprezzare il suo percorso di studi «che ha messo in luce tutto il suo potenziale». Marco, che ama cucinare i primi piatti e decorarli, conseguito il diploma professionale continuerà a girare il mondo perché «sono curioso e ritengo che la mia condizione non sia un limite, ma una marcia in più». Prossima tappa: Barcellona.
Andrea Cassisi
Avvenire, 14 luglio 2019