La Commissione Regionale per l'Educazione della Conferenza Episcopale Umbra, presieduta da mons. Domenico Sorrentino, propone un incontro di formazione e aggiornamento aperto a tutte le componenti del mondo scolastico e alle famiglie degli studenti con lo scopo di continuare la riflessione avviata l'anno scorso su un duplice tema: l’enciclica Laudato sii e l’elaborazione di percorsi di riconciliazione, di pace, di amicizia e di fraternità aperti ai credenti di tutte le religioni e ai non credenti.
Il tema scelto quest’anno fa riferimento alla ricerca svolta dall’Istituto Toniolo e dall’Ipsos sul rapporto che i giovani hanno con la scuola, lo studio e il lavoro. Per questo motivo, venerdì 7 aprile 2017 alle ore 16,30 nella sede dell’Hotel Cenacolo (viale Patrono d’Italia, 70 - Assisi – Santa Maria degli Angeli) interverrà la dott.ssa Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’AC e oggi coordinatrice del Rapporto Giovani 2016 dell’Istituto Toniolo “La condizione giovanile in Italia” (Il Mulino, 2016). Il titolo del suo intervento è: “Promossa ma potrebbe fare di più: come la generazione ‘mobile’ guarda alla scuola, allo studio e al lavoro”.
“Il convegno – scrive Annarita Caponera, coordinatrice della Commissione regionale – è un'occasione importante di riflessione, aperta a tutta la regione, in cui saranno affrontate numerose domande: chi e cosa orienta le scelte dei ragazzi quando si tratta di individuare la tappa successiva? Che rapporto hanno i giovani con l’ambiente scolastico e con i propri compagni? Che valore ha la formazione agli occhi delle giovani generazioni? In considerazione del fatto che la valorizzazione del capitale umano costituisce un fattore determinante per lo sviluppo di ogni società, ecco perché il tema della scuola – e della formazione in generale – rappresenta uno dei capisaldi da cui non si può prescindere”. Per rispondere a tali domande – prosegue – “occorre partire dal fatto che la scuola va osservata sotto una doppia luce, sia come istituzione formativa, dunque come luogo deputato a trasmettere ai ragazzi un patrimonio di conoscenze, e sia come ambiente educativo, all’interno del quale si impara a convivere e a muoversi all’interno di una comunità”.