Scuola in prima linea nel contrasto alla diffusione tra i giovani del Fentanyl, l’ultimo ritrovato tra le droghe, ormai diventato una vera e propria emergenza mondiale, visti gli effetti devastanti che ha su chi lo assume in maniera sconsiderata. Farmaco impiegato nella cura del dolore, il Fentanyl è da tempo sbarcato nel mercato illegale e si sta diffondendo tra i ragazzi a ritmi davvero preoccupanti. Da 50 a 100 volte più potente della morfina, è ormai diventato un incubo negli Stati Uniti, dove nel 2023 ha provocato 75mila vittime - bastano due milligrammi di sostanza per ottenere una dose letale - e nel 2021 ha ucciso 137 persone nell’Unione Europea (dato dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze), nessuna in Italia.
Da noi, insomma, non è ancora un’emergenza, ma «è necessario non trovarsi impreparati nel prevenire l’utilizzo di questa pericolosa sostanza», ha scritto nei giorni scorsi a tutti i presidi italiani delle scuole secondarie, la capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Carmela Palumbo. Anche il Mim è, infatti, a pieno titolo coinvolto nel Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici predisposto dal Governo. Con l’avvio del nuovo anno scolastico, ha inviato alle scuole alcune schede per gli insegnanti, che, scrive Palumbo, «possono costituire strumento di supporto nell’ambito dell’educazione alla salute, per sensibilizzare e responsabilizzare gli studenti su questa pericolosa sostanza».
Il quadro di riferimento di questa attività di prevenzione sono le nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica che, ricorda la capo dipartimento del Ministero, «prevedono esplicitamente percorsi educativi per il contrasto alle dipendenze derivanti da droghe, nella convinzione – sottolinea Palumbo – che conoscere i rischi e gli effetti dannosi del consumo di ogni tipologia di droghe, comprese le droghe sintetiche e di altre sostanze psicoattive, nonché dei rischi derivanti dalla loro dipendenza, anche attraverso l’informazione delle evidenze scientifiche circa i loro effetti per la salute, è essenziale per prevenire ogni tossicodipendenza e promuovere strategie di salute e benessere psicofisico». Da qui «l’esigenza di svolgere all’interno delle scuole attività di formazione e sensibilizzazione circa i rischi derivanti dalla recente diffusione della circolazione e dell’utilizzo illegale di Fentanyl». «La scuola – conclude la capo dipartimento Palumbo – può, quindi, assumere un ruolo strategico tra tutti i soggetti che, pur nei distinti ruoli, sono coinvolti in un rapporto di corresponsabilità educativa nei diversi contesti di crescita dei giovani».
L’allarme sulla diffusione del Fentanyl tra giovani e giovanissimi è stato rilanciato ieri anche dall’Associazione culturale pediatri (Acp), riunita a Jesolo per il 36° Congresso. «Il Fentanyl costa poco e la gente è invogliata a provare – ha ammonito il direttore del Centro Antiveleni Aoui Verona, Giorgio Ricci, ospite dei lavori –. Oggi anche una mini-dose di eroina costa niente, 5 euro, la paghetta di un bambino», ha ricordato l’esperto. Che ha parlato anche del famigerato “kit del suicidio”, arrivato anche in Italia a seguito del Fentanyl. «Vengono venduti su Internet, sono sostanze a base di nitriti che causano arresto cardiaco, e dal Canada si stanno diffondendo, sono venduti liberamente in rete. Già 5 i casi mortali in Italia, e uno, a Verona, lo abbiamo preso per i capelli», ha chiosato l’esperto. Che ha parlato anche delle differenze tra “vecchie” e “nuove” droghe.
«Prima era la ribellione a muoverci, la volontà di escludersi da una società in cui non ci si riconosceva e che non si approvava – ha ricordato Ricci –. Ora la droga serve per inserirsi, per superare l’inibizione e favorire la socializzazione, la stessa che l’uso indiscriminato dei social network e dei telefoni in età sempre più precoce, ha inibito, o rallentato. Con un’altra seria differenza: le droghe di oggi danno un effetto molto più spiccato e pericoloso. O letale», ha concluso Ricci. Lanciando l’appello ad «alzare l’attenzione e il controllo sui giovanissimi».
Paolo Ferrario
Avvenire, 25 settembre 2024