UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“La scuola è una grande coltivazione di speranza”

Il messaggio del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, con un ricordo particolare del giovane Fallou Sall
19 Settembre 2024

Carissimi Ragazzi, carissime famiglie, carissimi docenti e personale, caro Dirigente scolastico e Direttore Panzardi. So che siete riuniti oggi nel primo giorno di scuola. Vi sono vicino. Permettetemi di esprimere la mia vicinanza per il vostro dolore. Il mio pensiero va, anzitutto, alla sua famiglia. Niente può sostituire quel “mondo” che è Fallou, che è ogni persona, unica, irripetibile.

Sono certo, però, che la fede in Dio e la solidarietà di tanti aiuterà loro, e anche tutti voi, a vedere la luce in tanto buio. Nel ricordo di Fallou voglio chiedervi di costruire la speranza. Uno può dire: non dipende da me, è questione di fortuna. Qualcuno può pensare: che speranza ci può essere in un mondo come questo, segnato da tanta violenza imprevedibile e, com’è sempre la violenza, senza pietà? Come sperare quando si scelgono le armi e si smette di ripudiare la guerra per risolvere i conflitti? E poi, non posso farci nulla io! No.

Penso, invece che tutti noi possiamo e dobbiamo fare molto. La speranza l’abbiamo dentro, dipende da noi coltivarla, farla crescere, difenderla, darla, perché se aiuto qualcuno gli accendo un po’ di speranza nel cuore. Noi speriamo che il mondo sia diverso, più giusto e umano per tutti. Noi speriamo che nessuno muoia più per la violenza, perché è sempre cieca. Noi speriamo che le persone imparino a fare quello che è più umano: amarsi, conoscersi, stimarsi a vicenda, diverse come sono le persone, tutte dono di Dio, o, per chi non crede, tutte meritevoli di rispetto e di stima. La speranza possiamo cercarla anche quando il veleno della disillusione la spegne. Anzi, proprio quando tutto sembra consigliare di non sperare proprio niente dobbiamo cercarla, perché se non spero mi accontento e allora devo prendere tutto oggi, subito, più che posso. E così finisco per fare quello che non mi aiuta.

La speranza non la trovo perché ho tutte le risposte, anzi, la cerco proprio perché non le ho ma so che potrò aiutare me stesso aiutando gli altri. Perché la speranza se serve solo per me dura poco e si perde. Se serve per aiutare il mondo ad essere migliore è forte e non teme di affrontare le difficoltà. La speranza ci permette di preparare quello che verrà, se lo cerco, se so guardare al domani. Come si coltiva la speranza? Con la fatica dello studio, con il desiderio di imparare cose nuove, di essere migliori per rendere migliore il mondo.

Un giorno vi verrà chiesto di donare il vostro tempo ad un amico quando di tempo non ne avrete tanto, la vostra gentilezza quando non ne avrete voglia, il vostro affetto quando non lo troverete neanche per voi. Ecco, così si coltiva la speranza. La scuola è sempre una grande coltivazione di speranza, che coinvolge tutti, i professori, il personale, gli studenti. Il mio augurio è che cresca tanta speranza e che ci aiutiamo a farla crescere per rendere migliore questo mondo dove ci sono troppe violenze e ingiustizie.

La nostra vita personale sarà bella perché serve per gli altri. Buona scuola, buono studio, e tanta amicizia tra voi che spenga la violenza, disarmi la lingua, i cuori e, quindi, anche le mani. E ricordatevi sempre di aiutare chi è più debole, perché così sarete davvero forti! Dio vi benedica. Lui ha sempre tanta speranza, anche quando noi non ne abbiamo più! Buona scuola.

Card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna