Se non è proprio la situazione del settembre 2019, e cioè precedente al Covid, poco ci manca. Perché gli studenti che torneranno in aula a settembre (il 5 toccherà a quelli dell’Alto Adige), dopo quasi tre anni di pandemia, vivranno una situazione ben diversa: senza mascherine - tranne per il personale scolastico e gli alunni a rischio - senza orari diversificati, senza misure di distanziamento né Didattica a distanza (Dad): insomma, se un alunno si ammalerà di Covid rimarrà a casa come quando si prende una qualunque influenza e non potrà seguire le lezioni dalla sua camera tranne che le scuole, in autonomia, non decidano diversamente.
Il ministero dell’Istruzione, nell’emanare in questi giorni una circolare nella quale sottolinea come le disposizioni emergenziali, al 31 agosto ter- minano la loro efficacia, prevede una serie di azioni da attuare nel caso in cui vi sia una recrudescenza della circolazione del virus. Le misure di prevenzione previste per poter frequentare il proprio istituto al momento sono quindi l’assenza di sintomi febbrili o di test Covid positivo, ricambi d’aria frequenti nelle aule, sanificazioni ordinarie e straordinarie. Attenzione particolare è riservata alla qualità dell’aria in classe ma si prevede che l’utilizzo di strumenti di sanificazione siano introdotti solo nel caso di cattiva qualità dell’aria. Il documento individua anche eventuali, ulteriori misure: dall’utilizzo delle mascherine, al consumo delle merende al banco, dal distanziamento tra i banchi di almeno 1 metro all’aumento della sanificazione periodica.
«I partiti hanno in questi giorni fatto tante proposte per la scuola, è logico sia così in campagna elettorale ma nessuna proposta incide veramente sul meccanismo scolastico», osserva Antonello Giannelli, presidente dei dirigenti scolastici (Anp). Che tornano a chiedere che le scuole non siano sede di seggio elettorale. Detto dell’Alto Adige, ecco il calendario del rientro in classe: il 12 settembre, sarà la volta di Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Piemonte, Veneto e Lombardia. Il 13 toccherà ai ragazzi campani; il 14 a Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Umbria e Molise. Il 15 seguiranno gli studenti di Lazio, Emilia Romagna e Toscana. Ultimi a rientrare in classe quelli di Sicilia e Valle d’Aosta il 19. Intanto, segnala il Codacons, il caro-energia si farà sentire anche in questo comparto.
Le famiglie dovranno fare i conti con i rincari di astucci, diari, zaini, quaderni, penne, prodotti i cui prezzi risultano in aumento mediamente del +7% rispetto al 2021. Per uno zaino di marca si arriva a spendere fino a 200 euro; un astuccio griffato attrezzato tocca i 60 euro, mentre per un diario la spesa sfiora i 30 euro per le marche più note. I prodotti che secondo il Codacons risultano in assoluto più costosi sono quelli firmati da influencer, youtuber, squadre di calcio e personaggi famosi. L’esborso per il materiale scolastico completo può così raggiungere quota 588 euro a studente, cui va aggiunto il costo per i libri di testo, altra voce che inciderà sui portafogli, variabile a seconda del grado di istruzione e della scuola, con la spesa complessiva che - tra corredo e libri - rischia di arrivare a 1.300 euro a studente. Lo stesso Giannelli lancia una proposta: «Bisogna puntare sull’editoria elettronica: molta parte del costo dei libri deriva dalla carta, con la didattica digitale il costo e il peso dei libri diminuiscono; su questo serve aggiornare i docenti».
Vito Salinaro
Avvenire, 25 agosto 2022