«Gli Istituti tecnici superiori (Its) sono la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante legata al sistema produttivo territoriale e al mercato del lavoro». Già questa definizione, tratta dal monitoraggio nazionale 2021 sul sistema degli Its effettuato dall’Indire, dice del forte legame che gli istituti hanno con il territorio di appartenenza. Nati nel 2010, gli Its sono, infatti, Fondazioni costituite da scuole, enti di formazione, università e imprese che collaborano alla progettazione e realizzazione dei percorsi formativi più efficaci per preparare le figure professionali necessarie allo sviluppo dei territori. In questo si ispirano a modelli consolidati in altri Paesi europei: Fachhocschulen tedesche, Scuole Universitarie Professionali Svizzere, al Brevet Technicien Supérieur o al Diplome Universitaire de Technologie francesi.
Attualmente le Fondazioni Its sono 109, con 867 corsi attivati in sette anni (2013-2019), 21.414 iscritti totali e 16.191 diplomati. Cinque le filiere: Mobilità sostenibile, Efficienza energetica, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – turismo, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nuove tecnologie della vita, Nuove tecnologie per il made in Italy: sistema agroalimentare, sistema meccanica, sistema moda, servizi alle imprese, sistema casa.
I percorsi formativi hanno una durata biennale o triennale e rispondono ad alcuni standard minimi: stage obbligatori almeno per il 30% della durata del monte ore complessivo, presenza di non meno del 50% di docenti che provengono dal mondo del lavoro, con una specifica esperienza professionale maturata nel settore per almeno cinque anni. «La rete dei docenti – specifica il rapporto dell’Indire – è rappresentata per il 71% da professionisti provenienti dal mondo del lavoro che svolgono il 71% delle ore di lezione previste nei percorsi. Il 41,3% delle ore del percorso è realizzato in stage mentre il 27% delle ore di teoria è realizzato in laboratori di impresa e di ricerca. La presenza di esperti provenienti dal mondo delle imprese garantisce il livello di aggiornamento delle attività che vengono proposte, degli stage e delle attività di laboratorio integrati nei percorsi formativi. In particolare, i laboratori (di proprietà dell’Its 24,4% e in convenzione d’uso 75,6%) diventano il luogo dell’apprendimento, il cuore dell’attività formativa centrata sullo sviluppo di competenze».
Stando al Monitoraggio 2021, l’80% dei diplomati Its ha trovato lavoro a un anno dal diploma, il 92% degli occupati in un’area coerente con il percorso di studi. Il dato risulta particolarmente significativo perché riferito al 2020, anno di esplosione della crisi pandemica. Del 20% dei non occupati o in altra condizione: l’11,1% non ha trovato lavoro, il 4,1% si è iscritto ad un percorso universitario, il 2,7% è in tirocinio extracurricolare e il 2,4% è risultato irreperibile. I dati relativi al tasso di occupati a 12 mesi, per area tecnologica, evidenziano in generale un trend in crescita per Mobilità sostenibile (83%) e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82%). In generale per gli ambiti delle Nuove tecnologie per il made in Italy si registra una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, nonostante i valori rimangano alti, è il caso dell’ambito del Sistema meccanica (88%) e del Sistema moda (82%) dove si ottengono i migliori risultati.
Paolo Ferrario
Avvenire, 27 ottobre 2021