“Una maggiore attenzione” da parte delle scuole cattoliche, rispetto alle statali, per le “iniziative di recupero degli alunni più deboli e di potenziamento di quelli più capaci; una minore presenza di comportamenti disciplinarmente rilevanti da parte degli alunni; un minore tasso di assenteismo degli insegnanti; una maggiore partecipazione dei genitori alla vita della scuola”.
È quanto emerge, spiega Sergio Cicatelli, coordinatore scientifico del Centro studi per la scuola cattolica (Cssc), dal terzo Monitoraggio della qualità della scuola cattolica (2016-2017) elaborato dal Cssc, e che verrà presentato il prossimo 28 maggio, durante un webinar (ore 17-18.30). “Grazie a un’apposita convenzione” con il Miur e l’Invalsi, spiega Cicatelli, il Monitoraggio, scaricabile dal sito del Cssc, è stato realizzato “sulla base delle risposte fornite dalle scuole cattoliche al Rapporto di autovalutazione (Rav) usato dal Sistema nazionale di valutazione che rileva la qualità di tutte le scuole italiane, statali e paritarie, consentendo perciò un confronto tra scuole statali e cattoliche”.
L’osservazione è limitata alle scuole cattoliche primarie e secondarie di I e II grado (1.575 su 2.221). Sono rimaste fuori le scuole dell’infanzia, che costituiscono la maggioranza delle scuole cattoliche italiane. “Decisamente migliori nelle scuole cattoliche rispetto a quelle statali” anche i risultati delle prove Invalsi, sottolinea Cicatelli.
Al webinar interverranno, oltre a Cicatelli, Anna Maria Ajello, presidente Invalsi; Ernesto Diaco, direttore Ufficio nazionale Cei per l’educazione, la scuola e l’università (Unesu); Paolo Mazzoli, direttore generale Invalsi; Damiano Previtali, dirigente Miur.
21 maggio 2020 @ 19:20