Si è svolto a Bologna un seminario internazionale frutto della collaborazione interistituzionale tra due Dipartimenti dell’Università: quello delle Arti e quello di Scienze dell’educazione. Il titolo del seminario, potentemente evocativo, richiama «la dimensione religiosa nei processi educativi» attraverso la chiave di lettura prettamente pedagogica che ha fatto da filo conduttore, ovvero quella della costruzione degli orizzonti di senso.
Il quadro teorico di riferimento si può trovare in una delle relazioni di apertura (Moscato) che delinea le ragioni per cui la pedagogia accademica ha troppo a lungo lasciato in oblio la riflessione sulle dimensioni religiose dell’educazione. La chiave di lettura è stata integrata dalla riflessione di Maurizio Fabbri che ha proposto una lettura «antidogmatica» del problema religioso che si apra alle prospettive di una nuova paideia. Nell’arco dei due giorni si sono avvicendati molti relatori che hanno portato una serie di contributi ad ampio spettro, sulle figure della religiosità femminile (Pinelli), una testimonianza relativa ad un corso di Pedagogia della religione (Fedeli), il valore delle narrazioni simboliche (Bulgarelli), il rapporto tra disabilità e fede (Caldin), la religiosità giovanile (Dal Toso). Sullo sfondo di queste relazioni, il duplice denominatore comune dell’appartenenza di molti relatori al gruppo di lavoro della Siped (Società italiana di Pedagogia) sul tema: «Religiosità e formazione religiosa» ed il contributo che molti di essi hanno portato alla collana: «L’esperienza religiosa. Incontri multidisciplinari » (FrancoAngeli).
Di particolare rilievo tre blocchi tematici più compatti attorno a cui si sono concentrati alcuni momenti specifici del seminario. Un blocco tematico è stato costituito dalla presentazione di una ricerca ancora in corso sul tema: «Narrazioni e immaginario giovanile: eclissi, nascondimenti e permanenze del sacro», in cui Michele Caputo e Tommaso Rompianesi hanno discusso con due colleghe straniere (Kjersti Elisabet Lea, dell’Università di Bergen e Roberta Vasconcelos Leite dell’Università Ufvjm in Brasile) circa l’impianto e i primi risultati della ricerca.
Il secondo blocco tematico è stato caratterizzato dalla discussione attorno ad un recente volume di Maria Teresa Moscato («Un abisso invoca l’Abisso. Esperienza religiosa ed educazione in Agostino», FrancoAngeli, 2022) che ha aperto interessanti prospettive sia nel campo della pedagogia dell’esperienza religiosa, sia in quello degli studi agostiniani, come hanno riconosciuto gli autorevoli «discussants»: Maurizio Fabbri, Letizia Caronia, Marisa Musaio.
Il terzo blocco tematico è stato un ricco pomeriggio dedicato all’Insegnamento della Religione cattolica (Irc), coordinato da chi scrive e con il contributo di Cicatelli (sugli aspetti storico-normativi), padre Arici (sulla formazione teologica degli Idr), Diaco (sui dati relativi agli avvalentisi), Sonja Danner (Università di Vienna) sulla formazione degli Idr in un contesto interreligioso, Porcarelli (sulla struttura dialogica dell’Irc, come illustrata nel volume: «Insegnare religione tra ponti e muri » , FrancoAngeli), Triani (prima formazione degli IdR negli Issr), Perla (sulla formazione in servizio degli Idr). La giornata si è conclusa con la bella testimonianza di due Idr reggiani che hanno portato la voce di chi si trova “in prima linea” sul campo, aprendo nuove prospettive di sviluppo, soprattutto nel campo della formazione degli Idr.
Andrea Porcarelli, Università di Padova
Bologna Sette, 3 novembre 2024