UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La pace si «fa» con coraggio nel quotidiano

Accoglienza e solidarietà, occasione di crescita per tutta la comunità educante
19 Aprile 2022

C’è una profonda verità racchiusa dentro alle parole «fate la pace » delle maestre che cercano di sciogliere un litigio o risollevare le sorti di un gioco che si trasforma in conflitto: la pace si fa, è il frutto di un’azione di coraggio. Lo sanno bene le insegnanti delle scuole dell’infanzia Fism che in questi giorni hanno seguito il monito di papa Francesco: «La pace è un prodotto artigianale, si costruisce ogni giorno con il nostro lavoro, con la nostra vita, con il nostro amore, con la nostra vicinanza, con il nostro volerci bene», con scelte di testimonianza.

Parlare di pace in tempo di guerra, quando le immagini invadono gli schermi televisivi, i discorsi famigliari, le emozioni delle persone non ancora uscite da un altro periodo difficile come quello della pandemia, è un atto di coraggio, perché chiede di mettere mente e cuore dentro nelle scelte personali, educative e sociali. Occorre vivere una responsabilità personale che ti fa stare dentro all’incomprensibile, alla rabbia per le vite umane sacrificate, all’impotenza disarmante che rischia di cedere alla rassegnazione, una responsabilità che si attiva invece nella domanda, nella preghiera, in azioni concrete di ascolto e accoglienza. Una posizione educativa che ti fa stare di fronte alla fragilità di bambini e famiglie con coerenza e autenticità, orientata a una formazione che prediliga una risoluzione pacifica dei conflitti, una posizione di condivisione e convivialità, che ricerca l’umano nelle diverse identità. La capacità di stare di fronte alle domande dei bambini con onestà e speranza.

Siamo richiamati a vivere la responsabilità sociale di manifestare pensieri, creare reti e opportunità di accoglienza solidale, trasformando tutto in occasioni di crescita per l’intera comunità educante. Con questo tipo di presenza le scuole Fism hanno risposto il 2 marzo scorso all’invito del Papa che esortava a un tempo di digiuno e preghiera. Numerose sono le iniziative sul territorio nazionale: le manine colorate con cui i bambini hanno decorato i cancelli delle scuole, gli abeti argentati piantumati sul territorio, con l’invito a prendersi cura dell’ambiente per contrastare le azioni distruttive che la guerra porta con sé. Si è cercato di coinvolgere le famiglie nel segno del dialogo e dell’operatività. Molte sono le scuole che hanno raccolto provviste, che hanno vissuto un’attenzioni particolare a chi la guerra la vive da vicino perché figlio di genitori ucraini preoccupati per le famiglie di origine.

Non ultimo le scuole si sono messe in rete nel territorio, con umanità e professionalità, per rispondere al bisogno reale delle famiglie che si affacciano alle scuole d’infanzia. Sono stati coinvolti i genitori dei bambini già frequentanti, le persone ucraine già presenti sul territorio italiano, per facilitare la comunicazione e per costruire esperienze di ascolto autentico.

Raffaella Oruzio, coordinatrice commissione pedagogica Fism regione Lombardia

Avvenire, 19 aprile 2022