UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

«La nuova Europa nasce in università»

La Fuci presenta un manifesto per una Ue che metta da parte gli egoismi. I presidenti: «Va riscoperto il senso di comunità, anche nelle aule»
2 Giugno 2021

«Sogniamo un’Europa che non dia imposizioni dall’alto, ma che sappia ascoltare e coinvolgere. Sollecitiamo la promozione di associazioni, volontariato, comitati, fondazioni e partiti. Sogniamo un’Europa che abbia il coraggio di mettere l’uomo al centro applicando tutti quei diritti che spesso rimangono solo inchiostro nelle Carte a causa del prevalere di altri interessi». Gli studenti della Fuci disegnano così l’Ue che verrà nel documento presentato in occasione dell’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa. Un 'manifesto' che auspica un cambio di mentalità, perché nel mondo post Covid non ci sia più posto per gli egoismi di prima.

«Dobbiamo diventare protagonisti in Italia e in Europa per il progresso e il bene della società. Ce lo ha chiesto anche il presidente Mattarella e noi non vogliamo né possiamo tirarci indietro », sottolinea il presidente Lorenzo Cattaneo. Il primo passo, spiega, sarà «prendere consapevolezza che se l’ Europa vuole crescere deve diventare una tela variopinta, attingendo dalle diversità presenti in ogni Stato. In questo senso andrà considerata anche l’importanza di sostenere un convinto ecumenismo». L’obiettivo è chiaro: imparare a pensare finalmente al plurale. «Nelle nostre occasioni di confronto emerge l’idea di comunità, perché in questo periodo difficile ne siamo stati privati – continua Cattaneo –. C’è grande volontà di ritrovarci e vederci, incontrarsi è un bene prezioso che, abbiamo visto, non è scontato. La comunità sarà riscoperta, un concetto che ritroviamo anche nell’enciclica Fratelli tutti. Non cambiare nulla, dopo questa crisi, vorrebbe dire aver sprecato un anno. Ecco perché la sfida sarà vivere in modo comunitario anche l’economia e l’ambiente».

L’università dovrà fare la sua parte, come e più di prima. «C’è tanto nozionismo – rimarca Cattaneo –, lo sguardo è fisso sul mondo del lavoro. Tutto giusto, ma stiamo forse perdendo di vista la formazione del pensiero e della coscienza critica. Formiamo avvocati, medici, politici. Ma quanti sono 'buoni'? Conta il 'come' si fa una professione».

Concetti ribaditi anche da Allegra Tonnarini, appena nominata presidente nazionale femminile. «L’importanza di questo progetto risiede nell’opportunità di dialogare con le istituzioni europee e nella necessità di costruire una coscienza attenta a questi temi e un sentimento di appartenenza a una comunità europea. Auspichiamo che il percorso degli Stati membri dell’Unione si muova sempre più nella direzione di una politica comune economica e sociale attenta alla solidarietà, al rispetto della dignità dell’uomo, all’aiuto nei confronti dei paesi più poveri».

Il cammino è appena all’inizio e gli studenti cattolici hanno una gran voglia di mettersi in marcia, magari in testa al gruppo. «Il nostro ruolo deve concretizzarsi oggi in una risposta alle esigenze del mondo universitario e giovanile – chiarisce Tonnarini –. In questo anno di emergenza sanitaria molti studenti hanno vissuto una condizione di solitudine non solo relazionale, ma soprattutto intellettuale. Le lezioni online e in generale la didattica a distanza hanno garantito la prosecuzione dei percorsi formativi, ma, allo stesso tempo, hanno sottratto spazio alla dimensione del dialogo e della condivisione del pensiero. Oggi più che mai credo che il nostro impegno debba tendere alla costruzione in università di una comunità di idee».

Marco Birolini

Avvenire, 2 giugno 2021