UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Maturità potrà cambiare in base ai contagi

Stanziati 9 milioni per gli insegnanti delle piccole isole e delle scuole di montagna
22 Dicembre 2021

L’ultimo scontro dentro la maggioranza di governo si è consumato, ieri, sull’esame di Maturità 2022. In mattinata era comparso un emendamento alla Legge di Bilancio che conferiva al ministro dell’Istruzione la facoltà di intervenire con ordinanza per disciplinare «la valutazione degli apprendimenti» e «per lo svolgimento degli esami» di terza media e di Maturità, anche intervenendo sulla struttura delle prove in base all’andamento della pandemia. Una soluzione contro cui si è, però, fin da subito schierata Italia Viva. «Non va bene così, nella legge di bilancio non si mette un emendamento per cambiare l’esame di Maturità – ha tuonato il leader Matteo Renzi –. Negli ultimi anni si è un po’ perduto il fascino ma i ragazzi hanno diritto di sapere come sarà l’esame. Se si pensa che l’esame di Maturità sia da cambiare, si faccia una discussione in Parlamento».

E così sarà. Nel pomeriggio, l’emendamento in questione è passato, con l’aggiunta, però, che le eventuali ordinanze ministeriali, per “mettere in sicurezza” gli esami rispetto alla progressione della curva dei contagi, dovranno necessariamente passare al vaglio delle commissioni parlamentari competenti. Inoltre, il potere di modificare con ordinanza la Maturità è previsto soltanto per quest’anno scolastico 2021-2022.

Maggiori dettagli sulla struttura e composizione delle prove si avranno comunque a gennaio, come già anticipato dallo stesso ministro Bianchi. Stando a un sondaggio online di Skuola.net, il 70% dei maturandi vorrebbe mantenere, anche nel 2022, la formula senza scritti, già vista l’anno passato. Per il 77% di loro, infatti, la Dad degli ultimi due anni impedisce un’adeguata preparazione. Soltanto il 14% tornerebbe all’esame pre-pandemia. Uno su 10, infine, preferisce l’ipotesi di reintrodurre un solo scritto, quello d’Italiano.

Sempre ieri, la commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla Manovra che stanzia 9 milioni di euro, in tre anni, per le “indennità di sede disagiata” a favore degli insegnanti delle scuole delle piccole isole e dei territori di montagna. Come segnalato da Avvenire nelle scorse settimane, per i dirigenti scolastici è sempre più difficile “convincere” gli insegnanti a trasferirsi. Una scelta gravosa, anche dal punto di vista economico, soprattutto per chi ha un contratto a tempo determinato. Ora si potrà attingere a queste nuove risorse per integrare gli stipendi. «È un grande risultato», sottolinea la presidente della Commissione Cultura della Camera, Vittoria Casa.

Paolo Ferrario

Avvenire, 22 dicembre 2021