Per un ateneo cattolico è oggi sempre più necessario «predisporre le migliori condizioni per la trasmissione di un sapere radicato nei principi cristiani e dotato di un’apertura alle forze più dinamiche». In altri termini occorre «rendere possibile una fruttuosa connessione tra scienza e professione, tra università e mondo del lavoro, tra insegnamento superiore e imprenditorialità». Così il cardinale Pietro Parolin ha sottolineato la decisione della Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta) di dotarsi di un Advisory board, tramite il quale «l’Università possa avvalersi del consiglio e dell’aiuto di persone esperte in diversi settori dell’economia, dell’impresa e del giornalismo».
Il segretario di Stato vaticano ha preso parte alla recente seduta di insediamento dell’organismo, sulla cui composizione e compiti riferiamo a parte. E nel suo discorso ne ha indicato le linee-guida. «Rigore scientifico, valorizzazione dei principi e dei valori che nascono dalla visione cristiana dell’esistenza e apertura alla collaborazione con altri atenei, con le pubbliche istituzioni e il mondo imprenditoriale – ha ricordato innanzitutto –, sono le colonne sulle quali si è edificato l’edificio della Lumsa». Dunque anche il nuovo organismo «va nella direzione della necessaria collaborazione con la società civile per giungere a decisioni operative sulle strategie da intraprendere, in sinergia con il più ampio campo di forze possibili». Parolin non ha mancato di rimarcare «i legami tra Università e mondo imprenditoriale». Essi, ha detto, sono «indispensabili perché l’insegnamento - oltre a fornire un quadro di principi e di conoscenze all’altezza delle esigenze attuali - sappia anche tener conto delle aspettative del mondo del lavoro ». Secondo il cardinale segretario di Stato «non si tratta di asservire la scienza all’impresa, facendo propri modelli economicisti che tendono a limitare la libertà della ricerca e a porre in discussione il primato del sapere, ma di creare le condizioni per un ascolto reciproco senza pregiudizi delle ragioni e dei bisogni di ciascuno, allo scopo di facilitare l’incontro benefico tra questi due mondi». Dunque «è vitale che l’Università sappia non solo fornire solidi ideali e una cultura che li sappia motivare e difendere, ma anche una professionalità adeguatamente spendibile, dotata di quella sensibilità e arricchita di quelle esperienze che rendono più probabile un facile accesso al lavoro ».
L’Advisory board è da questo punto di vista uno strumento prezioso. Nel ricordare i molti problemi oggi sul tavolo (terrorismo, crisi migratoria, mancanza di lavoro per i giovani e conseguente inverno demografico) il cardinale ha indicato anche una possibile via d’uscita: «Formare persone con un adeguato bagaglio di conoscenze ed esperienza». In tal modo anche l’azione a favore della pace del Papa «risulterà tanto più incisiva» quanto più «sarà accompagnata da soggetti e istanze che facendo proprio il cuore del suo messaggio» sapranno diffonderlo in maniera adeguata. In sostanza, «solo opponendo la civiltà all’inciviltà, la ragione illuminata dalla fede al fanatismo accecato dall’odio – ha concluso Parolin –, solo valorizzando la collaborazione e la ricerca, coordinandola con l’impresa e le attese della società, si potranno spargere semi di speranza».
Mimmo Muolo
Avvenire, 24 giugno 2017