UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La firma degli studenti sul progetto educativo in parrocchia

Il confronto tra universitari nella comunità di Caino, nel bresciano. Quando è arrivato il Covid, «abbiamo proseguito con gli incontri su Zoom»
18 Novembre 2020

A Caino, un paese del bresciano di poco più di 2 mila abitanti, da quasi un anno è in corso un Sinodo. Ricorrendo a questa forma seria e strutturata, infatti, i giovani della piccola parrocchia San Zenone hanno meritoriamente deciso di avviare una riflessione ecclesiale che nemmeno la pandemia è riuscita a fermare. A spiegarci l’iniziativa è Vittorio Degiacomi, professore di religione e da quattro anni guida dell’oratorio di Caino. «Nella Christus vivit- comincia Degiacomi - il Papa dice che i giovani devono essere autori della pastorale. Quelle parole mi hanno colpito, ne ho parlato con il parroco don Marco Domenighini e abbiamo deciso di proporre un Sinodo annuale parrocchiale dei giovani, facendo sedere al tavolo venti universitari tra quelli impegnati in oratorio come educatori e chi invece dalla parrocchia si è allontanato».

Tra questi c’è Devid, studente di ingegneria, che dopo la Cresima ha abbandonato i cammini dell’oratorio: «Quando mi hanno chiesto di partecipare mi sono stupito ma ho accettato subito: il senso del Sinodo era allargare la Chiesa verso l’esterno e il mio punto di vista 'dal confine' era importante». Con questa formula coraggiosa il Sinodo comincia a gennaio con l’obiettivo di fare un incontro ogni quindici giorni in oratorio. Poche settimane dopo, però, l’emergenza sanitaria rischia di far passare in secondo piano l’occasione di confronto. «Ma noi a fermarci - ricorda Degiacomi - non ci abbiamo mai pensato. Durante il lockdown abbiamo continuato su Zoom e devo dire che, anche se le discussioni in presenza non si possono paragonare a quelle a distanza, abbiamo fatto un bel cammino insieme».

Anzi, il Sinodo della parrocchia di Caino in versione digitale ha avuto il merito di coinvolgere e dare voce agli universitari, bisognosi di attenzione durante la chiusura totale e spesso invece lasciati ai margini di ogni proposta. «Già normalmente - conferma Anita, studentessa di Scienze naturali e catechista - capita raramente che venga chiesta la nostra opinione su questioni importanti. Il Sinodo, specialmente durante il lockdown, mi ha dimostrato che la nostra voce è importante e può cambiare le cose». Collegamento dopo collegamento, i giovani sinodali hanno parlato del rapporto tra nuove generazioni, fede e Chiesa; ma anche di problemi e questioni specifiche dell’oratorio di Caino. Tutte le riflessioni sono finite in un documento ancora in aggiornamento che diventerà il progetto educativo dell’oratorio per i prossimi anni e che sarà presentato alla comunità il 24 gennaio 2021 durante la Domenica della Parola.

«Il rischio - conclude Degiacomi - è che negli oratori i giovani si trovino calato dall’alto un documento che non li rappresenta: noi abbiamo voluto farlo scrivere a loro, unendo le riflessioni di chi l’oratorio lo vive ma anche di chi ha scelto di starne fuori. Quando abbiamo cominciato non sapevamo dove ci avrebbe portato lo Spirito Santo, oggi possiamo dire che è un cammino interessante e speriamo che anche altre comunità possano farne esperienza».

Ilaria Beretta

Avvenire, 18 novembre 2020