Il 28 maggio è stato firmato l’accordo per il nuovo contratto Fism della durata di quattro anni: dall’1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2027, e in particolare relativo al primo biennio economico (1° gennaio 2024-31 dicembre 2025), destinato a coinvolgere circa 45mila lavoratori. La trattativa, durata sette mesi, si chiude con la firma delle sigle sindacali del comparto scuola paritaria: Cgil-Cisl-Snals. Il testo prevede nel biennio economico aumenti salariali di circa il 6%, pari a 75€ mensili per il livello insegnanti, oltre a 20€ mensili quale salario di anzianità e in aggiunta l’una tantum di 300€. La percentuale riconosciuta da Fism di fatto riconosce l’inflazione e aggiunge una quota di aumento, aspetto critico nella trattativa nazionale con le organizzazioni sindacali. In pratica si prevede il riconoscimento di una prima trance pari al 2% circa nella busta paga di giugno 2025, e una seconda trance del 4% circa a settembre 2025. Quanto alla misura dell’una tantum, sarà erogata per metà nella busta paga di giugno 2025, per l’altra metà a novembre 2025.
Indubbiamente le parti hanno dimostrato un forte impegno per raggiungere l’intesa nello spirito delle relazioni manifestato durante i precedenti rinnovi Fism. In particolare, si è cercato di confermare una linea di valori che da tempo Fism porta avanti. Ovvero: l’adeguamento retributivo allineato con il tasso di inflazione; l’integrazione della retribuzione per le dipendenti assenti per maternità al 90% rispetto all’80% riconosciuto dall’Inps; la copertura a carico delle scuole nel caso di lavoratori assenti dopo cure ospedaliere per eventi invalidanti; la flessibilità necessaria per gestire il mondo della scuola paritaria; il rafforzamento di un sistema welfare che, oltre agli strumenti obbligatori previsti dalla legislazione nazionale, ha previsto per la prima volta l’assistenza sanitaria integrativa con il versamento obbligatorio a un Fondo sanitario o Cassa Mutua per tutti i lavoratori subordinati in un periodo in cui le spese sanitarie, visti i lunghi tempi di attesa, rimangono a carico delle persone più deboli.
Nell’attuale contesto – segnato dal calo demografico e dalla mancata parità economica a 25 anni dalla Legge voluta dal Ministro Berlinguer, cause di forti perplessità e difficoltà per i gestori delle scuole Fism – sono state individuate insieme soluzioni per proteggere adeguatamente gli interessi dei lavoratori facendo in modo di non appesantire in modo irreversibile la gestione scolastica. Il rinnovo del contratto riconosce ai lavoratori aumenti dignitosi e – confermando la tenuta di relazioni positive con le organizzazioni sindacali – potrà costituire una base comune su cui affrontare le sfide cruciali che attendono tutti per salvaguardare le paritarie. L’auspicio, dunque, è che pure le organizzazioni sindacali si facciano parte attiva insieme alla Fism presso il governo e il Parlamento per riconoscere nei prossimi provvedimenti di finanza pubblica, in via strutturale, un significativo aumento dei contributi tuttora insufficienti a consentire la gratuità alle famiglie che portano i bambini nelle scuole dell’infanzia paritarie non profit.
L’incremento consentirebbe ai gestori, inoltre, di far fronte al riconoscimento di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro del personale dipendente senza gravare ulteriormente sulle rette a carico delle famiglie, come indicato anche dal Consiglio nazionale Fism lo scorso 7 marzo. Ci si attende ora che il governo, al quale esprimiamo gratitudine per quanto sta facendo per le realtà paritarie, trovi la forza economica e la volontà politica per stabilizzare il settore attraverso provvedimenti orientati alla parità economica scolastica. E cioè contributi assegnati in base al costo standard di un bambino a scuola affinché il genitore possa decidere di iscriverlo in una statale o in una paritaria senza l’onere delle rette. Se si vuole che il Sistema unico d’istruzione sia tale, occorre assicurare le medesime condizioni ad allievi e personale dipendente, oltre che alle famiglie. Lo esige l’esercizio del diritto alla libera scelta educativa. Infine, va rimarcato l’accordo di riallineamento o armonizzazione dei contratti, previsto dall’allegato 7 del Ccnl-Fism sottoscritto. Le organizzazioni sindacali hanno collaborato con noi per prevedere condizioni di favore alle scuole Fism ma che negli anni hanno adottato altri tipi di contratti con salari inferiori a quelli Fism. Volontà comune delle parti è ora il traguardo di una soluzione tale da non provocare disequilibri finanziari nel periodo nel cambio contratto, ma arrivando in tempi brevi a migliori condizioni per tutti i dipendenti che rappresentano la grande risorsa delle scuole Fism.
Il ringraziamento per la collaborazione e la stima manifestate lungo le trattative va alla delegazione Fism – oltre allo scrivente, Nadia Giovannacci, Francesco Trivellato, Rosanna Versiglia – e alle organizzazioni sindacali, rappresentate da Leonardo Croatto (Cgil), Elio Formosa (Cisl), Silvestro Lupo, Giovanni Visco e Giovanni Pisani (Snals-Confsal).
Luca Iemmi, Presidente Fism nazionale
Avvenire, 19 giugno 2025