Il 17 gennaio scorso al Centro Pastorale Santo Volto di Torino in 700 tra insegnanti, studenti e genitori hanno preso parte alla lectio magistralis dello psicoanalista e docente Massimo Recalcati in dialogo con Barbara Rossi dell’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. A introdurre i lavori è stata la vice presidente provinciale della Fism torinese, Patrizia Dosio, che spiegato il senso della scelta formativa di questo anno, condivisa anche con la coordinatrice pedagogica regionale Maria Arcidiacono e Anna Maria Gallino, coordinatrice provinciale. «L’alto profilo del relatore chiamato alla lectio – ha notato la presidente – è legato anche all’alta competenza che la scuola dell’infanzia mostra nella quotidianità».
Nel suo intervento Recalcati è partito dalla crisi del discorso educativo e dal legame tra educazione e formazione. «Formare, dunque educare, è dare alla vita umana la possibilità di dare una forma singolare al proprio desiderio – ha sottolineato –, che non è conforme al desiderio dell’altro e che permette di riconoscere e promuovere nell’azione educativa l’originalità della persona umana, cardine della radice antropologica cristiana dell’educazione».
La lectio tenuta dallo psicoanalista ha guardato al trinomio «regola-legge-scuola ». Educazione, ha notato Recalcati, è differente da «regolazione con la disciplina, come si insegna al cavallo ad andare al trotto o al galoppo. Sarebbe come voler regolare il caos e, oggi, questo paradigma sembra dominante. Il fondamento e compito dell’educazione è: accendere il desiderio, custodire la legge come dimensione etica». Regola e legge , inoltre, vanno distinte: «La prima ha una dimensione etica capace di inscrivere nel cuore degli alunni il senso profondo della legge. La seconda invece è un vincolo esterno. Da qui – ha notato Recalcati – la necessità di una relazione educativa con la regola lontana dalla logica repressiva, ma proposta come 'via morale'».
Dentro questa dinamica, ha concluso il relatore, si inserisce il «terzo asse, quello della 'cura', esperienza che si fonda sul desiderio dell’incontro». Sono queste, in definitiva, le coordinate da cui far ripartire ogni azione educativa.
Avvenire, 4 febbraio 2020