UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La comunità educante e i suoi cantieri

Rossi Doria: povertà educativa, emergenza nazionale
19 Novembre 2021

Gli italiani hanno capito che la povertà educativa è una grande questione nazionale. È la prima considerazione che emerge dall’indagine promossa da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e realizzata dall’Istituto Demopolis, in vista della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre. La diffusione della povertà educativa è un fenomeno grave per 9 italiani su 10. Più di due terzi degli intervistati lo identifica con la mancanza di accesso ad opportunità di crescita. Per la maggioranza degli italiani l’azione di contrasto è oggi ancora più importante rispetto a 2 anni fa.

Sono segnali incoraggianti, se si considera che una delle maggiori criticità nell’affrontare il fenomeno è proprio una scarsa consapevolezza della sua portata e dell’impatto che ha nella vita di tante, troppi, bambini/e e ragazzi/e, per le famiglie e più in generale per il futuro del Paese. Abbiamo un terzo dei nostri minori in povertà assoluta o relativa, un’enormità per un paese tra i più sviluppati del mondo. La consapevolezza dell’opinione pubblica non si limita alla rilevanza del fenomeno, ma è significativa anche sull’approccio da adottare nel contrastarlo. Cresce e si consolida l’idea che il fenomeno si affronta insieme, in un’ottica di comunità educante, rafforzando le alleanze educative. Per quasi 8 italiani su 10 la responsabilità della crescita dei minori è infatti di tutta la comunità e non solo della scuola. Un dato che cresce rapidamente nel tempo: di 32 punti rispetto a due anni fa e del 12% rispetto allo scorso anno. Dopo l’emergenza in senso stretto, in cui le preoccupazioni principali erano giustamente rivolte alla disponibilità di dispositivi e internet, l’opinione pubblica fa i conti con le esigenze primarie di ogni bambino e bambina, di ogni adolescente: la socialità e i legami con i pari, l’esigenza di imparare bene e, al contempo, di stare bene insieme, tra coetanei. La pandemia ha ostacolato tutto questo, e anche gli italiani hanno compreso bene che servono continuità nell’apprendimento per bambini e ragazzi, più spazi per la socializzazione.

Preoccupano, inoltre, moltissimo le nuove dipendenze da smartphone, tablet e rete. Rafforzare le comunità educanti è l’unica strada possibile per contrastare l’aumento delle disuguaglianze. Le priorità indicate dagli italiani per il Pnrr e la spesa pubblica sono eloquenti: sicurezza e funzionalità delle strutture scolastiche, asili nido e scuole per l’infanzia, tempo pieno e forti alleanze tra terzo settore e scuola dove sono più presenti le povertà. Il percorso avviato da Con i Bambini, con oltre 400 cantieri educativi aperti in tutta Italia e oltre mezzo milione di minori raggiunti, è largamente condiviso dall’opinione pubblica. Lo dimostrano le reazioni positive all’iniziativa “A braccia aperte” appena avviata a favore di figli e figlie delle vittime di femminicidio. Sono bambini/e e ragazzi/e che hanno vissuto l’uccisione della madre, quasi sempre per mano del padre, suicida o in carcere, perdendo in modo violentissimo entrambi i genitori. Stare vicini a loro e ai familiari che se ne occupano è una sfida di grande impegno, è un dovere civile di tutti.

Marco Rossi Doria, Presidente di “Con i Bambini”

Avvenire, 19 novembre 2021