Pubblichiamo il Messaggio della Presidenza della Conferenza episcopale italiana in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2020/2021.
Cari studenti e cari genitori, anche quest’anno entro il 31 gennaio siete chiamati a scegliere se avvalervi o non avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica in occasione dell’iscrizione al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola. Le scelte compiute a larghissima maggioranza negli oltre trent’anni anni trascorsi dalla revisione del Concordato mostrano quanto questa disciplina scolastica si ponga come un servizio educativo molto apprezzato e inducono ad un sempre maggior impegno per la sua qualità.
Il tema del messaggio che vi indirizziamo riguarda la conoscenza e la valorizzazione dello studio della Bibbia sia da un punto di vista culturale, che storico e artistico. Da quest’anno, infatti, il periodo delle iscrizioni viene a comprendere anche la domenica che Papa Francesco ha voluto dedicare alla Parola di Dio, collocata nel mese di gennaio per assumere una valenza ecumenica nel periodo dell’anno dedicato a rafforzare i legami con gli ebrei e alla preghiera per l’unità dei cristiani (cfr. Francesco, Aperuit illis, lettera apostolica per l’istituzione della domenica della Parola di Dio, 30 settembre 2019, n. 3).
Sembra inutile ricordare come la Bibbia costituisca un patrimonio culturale per tutti gli uomini; essa è stata definita il Grande Codice in cui la cultura occidentale può trovare le proprie radici, ma il suo contenuto va oltre i confini dell’Occidente e intende parlare a tutta l’umanità per avviare un confronto sul significato ultimo della vita e del mondo. Scrive infatti Papa Francesco che «la Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. […] Spesso, si verificano tendenze che cercano di monopolizzare il testo sacro relegandolo ad alcuni circoli o a gruppi prescelti. Non può essere così» (Aperuit illis, n. 4).
Anche solo da un punto di vista culturale, la Bibbia non può rimanere sconosciuta a chiunque si ponga domande di senso e abbia curiosità per conoscere i fondamenti della nostra cultura e della fede cristiana. L’insegnamento della religione è attualmente l’unica occasione per accostare a scuola la Bibbia in maniera corretta, sistematica e approfondita. Le Indicazioni didattiche in vigore per l’insegnamento della religione cattolica dedicano, infatti, ampio spazio alla Bibbia, proponendone una lettura frequente, sostenuta dai più fondati criteri interpretativi oggi offerti dalla critica e dalla ricerca scientifica in proposito. Un ingiustificato pregiudizio considera il testo sacro un documento riservato alle comunità dei fedeli, ma la Bibbia, insieme ai testi delle altre “religioni del Libro”, intende parlare a tutti gli uomini.
È per questo che l’insegnamento della religione cattolica costituisce un’occasione unica per accostarsi alle pagine bibliche anche nella scuola, dove altri testi fondativi della nostra cultura sono studiati e analizzati talvolta anche minuziosamente. La storia dell’interpretazione biblica ha insegnato ad intere generazioni di studiosi i criteri con cui accostarsi a qualsiasi testo, anche a prescindere dalla sua ispirazione sacra. Un serio studio della Bibbia può quindi arricchire la cultura di ognuno.
Con fiducia e convinzione desideriamo rinnovare l’invito a volervi avvalere delle lezioni di religione cattolica, per poter essere accompagnati da insegnanti che siano guide affidabili nell’incontro con un testo che nella storia dell’umanità è paragonabile a pochi altri.
Siamo sicuri che durante queste lezioni potrete trovare docenti e compagni di classe che vi sapranno accompagnare lungo un percorso di crescita umana e culturale, decisivo e fondamentale anche per il resto della vostra vita.
La Presidenza della Conferenza episcopale italiana
Ora di religione, tempo di scelte per i genitori degli alunni nella scuola italiana. Con l’avvio delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, le famiglie sono chiamate a scegliere se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica a scuola. Una scelta opzionale, che dopo oltre trent’anni vede raccogliere l’86% della popolazione scolastica.
Ad essere chiamati a esprimere la propria scelta sono i genitori dei ragazzi che il prossimo mese di settembre inizieranno un nuovo ciclo scolastico. Dunque la scelta di far frequentare l’insegnamento della religione deve essere fatta da chi si sta iscrivendo al primo anno della scuola dell’infanzia, della primaria, delle medie e delle superiori. Tranne che per la scuola dell’infanzia dove l’iscrizione avviene attraverso un modulo cartaceo che deve essere consegnato dalla segreteria della scuola, le iscrizioni per gli altri gradi di scuola avvengono in via telematica, nel momento in cui si procede all’iscrizione online.
Basta quindi seguire i vari passaggi che il formulario online propone per poter effettuare la scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Come si diceva, una scelta che complessivamente viene fatta da 86 studenti su 100. Una percentuale che nel corso dei decenni ha visto un leggero arretramento, dovuto anche all’ingresso nella scuola italiana di alunni e studenti non cattolici. Ma, avvertono dall’ufficio Servizio nazionale per l’Insegnamento della religione (Irc) della Conferenza episcopale italiana, «nelle classi vi sono anche tanti alunni di religione non cristiana, compresi studenti musulmani che hanno deciso di frequentare questo insegnamento non certo per convertirsi, ma per comprendere, come sottolineano spesso i vescovi italiani nel loro messaggio annuale, la cultura italiana nella quale si stanno formando e crescendo. Cultura italiana che ha forte radicamento nel cristianesimo ». Impossibile avere dati, anche perché nella scuola italiana non si effettuano statistiche sull’appartenenza religiosa degli alunni. «Sono i diretti interessati a comunicare di essere un’altra religione ai nostri insegnanti – spiegano dal Servizio nazionale Irc –, ma non teniamo neppure noi una statistica».
Dopo la nuova Intesa Stato italiano-Cei, la materia è diventata opzionale e non obbligatoria, ma la scelta obbligatoria è posta all’inizio del ciclo scolastico. E durante il ciclo si può cambiare? Certamente: chi non si avvale può decidere di avvalersi dell’Irc. La scelta va fatta proprio in questo periodo e diventerà operativa con il nuovo anno scolastico che partirà il prossimo mese di settembre.
Enrico Lenzi
Avvenire, 8 gennaio 2020