UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Its a corto di fondi: «Servono subito 500 milioni»

Il presidente della rete degli Istituti tecnologici superiori Torrielli: così è complicato raggiungere gli obiettivi della riforma
24 Ottobre 2022

Sono stati citati da Mario Draghi nelle dichiarazioni programmatiche del suo governo, in cui il (quasi) ex-premier sottolineava l’impegno a prestarvi «particolare attenzione» e, secondo il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sono stati oggetto di «una delle riforme più importanti del Pnrr», che ha assegnato loro un “tesoretto” di 1,5 miliardi di euro. Peccato che, di questi soldi, gli Istituti tecnologici superiori (Its Academy) non abbiano finora visto neppure un centesimo. Dalle dichiarazioni d’intenti ai fatti concreti, insomma, il passo è ancora lungo, come ha avuto modo di verificare il presidente di Its Italy, Guido Torrielli, che ora chiede che, entro l’anno, sia almeno erogata la prima tranche di 500 milioni. Risorse indispensabili per portare avanti l’ammodernamento dei laboratori da cui dovranno uscire i “super tecnici” del futuro.

«Siamo veramente preoccupati per i ritardi nell’attuazione del Pnrr e auspichiamo che il processo di erogazione dei fondi possa essere avviato quanto prima, superando una situazione di stallo che oggi penalizza gli Istituti e rende sempre più complesso raggiungere gli obiettivi previsti dalla riforma – si legge in una nota dell’Associazione che rappresenta gli Its –. Abbiamo già suggerito criteri di ripartizione delle risorse che tengano conto sia delle esigenze di riequilibro che di valorizzazione degli Its – ricorda Torrielli –. Ora chiediamo di accelerare le procedure per arrivare ad erogare i primi fondi entro la fine del 2022, mettendo così gli Istituti in condizione di poter fare quegli investimenti che consentiranno di rafforzare la loro offerta formativa, quindi attrarre sempre più ragazzi e ragazze, in linea con gli obiettivi della riforma». Che, prevede, per esempio, di raddoppiare gli iscritti entro il 2026 (oggi sono circa 20mila), «assicurando al Paese – prosegue la nota di Its Italy – un sistema terziario di istruzione tecnologica superiore diffuso e di alto livello, fondamentale per la crescita dei settori produttivi più interessati dai processi di innovazione».

Destinati ai diplomati delle scuole superiori o in possesso di un diploma quadriennale di formazione professionale, gli Its Academy sono attualmente 120, con 766 corsi attivi, 19.626 studenti e 3.050 soggetti partner, di cui 1.222 imprese e 135 associazioni d’impresa. Proprio lo stretto legame con i sistemi produttivi territoriali è il vero punto di forza di questi percorsi professionalizzanti, che, per esempio, prevedono che almeno il 60% del monte ore sia affidato a docenti provenienti dal mondo del lavoro e che gli stage aziendali e tirocini formativi siano obbligatori e coprano almeno il 35% dell’orario complessivo. Un’offerta formativa che diventa così un vero e proprio “ponte” tra la scuola e il mondo del lavoro, andando a colmare una lacuna denunciata da molti anni. L’ultimo grido d’allarme è stato lanciato, proprio ieri, dal presidente della Cna Marche, Paolo Silenzi: «Il 48,7% delle professionalità richieste dalle imprese è di difficile reperimento». Un motivo in più per finanziare un sistema che ha già dato prova di funzionare. Stando al monitoraggio nazionale 2022 dell’Indire, l’80% dei diplomati ha trovato lavoro entro un anno dal termine del periodo di formazione, nel 91% dei casi coerente con il percorso di studi seguito.

Infine, nei giorni scorsi è nata la Rete di coordinamento nazionale degli Its Academy per la transizione digitale. Un progetto per promuovere lo sviluppo di percorsi formativi dedicati alla digitalizzazione e alla sicurezza informatica dei processi delle imprese private e della Pubblica amministrazione. L’accordo, di durata annuale, favorirà la creazione di una comunità di buone pratiche, che consentirà alla Rete di coordinamento degli Its per la transizione digitale di avvalersi di competenze qualificate – esperti e docenti provenienti dal mondo accademico, delle imprese e delle professioni – e di modelli formativi e didattici.

Paolo Ferrario

Avvenire, 21 ottobre 2022