In una lettera aperta diffusa il 23 marzo 2020 l’associazione culturale “Il rischio educativo” condivide alcune riflessioni sul momento particolare che la scuola e la società italiana stanno vivendo: “La chiusura delle scuole, prima in Lombardia, poi in tutta Italia, ha confinato nelle loro case quasi 9 milioni di studenti e un milione di insegnanti. Ad essi si aggiungono genitori e parenti. Quasi la metà della popolazione italiana è coinvolta nelle trasformazioni che stanno avvenendo nella scuola. E anche nelle università. Gli insegnanti sono stati improvvisamente gettati in una trincea che non conoscevano ancora”.
“Se medici, infermieri e operatori sanitari – continua la lettera – formano la prima linea di questa che è come una “guerra” che stiamo tutti combattendo, gli insegnanti sono la parte principale della seconda linea, altrettanto importante ed essenziale. Per molti studenti la scuola è ora il maggior canale culturale. Lo stanno utilizzando con grande passione e rigore”.
Anche l’Associazione ha sospeso tutte le sue attività pubbliche. Ciononostante, “soprattutto in questo momento, la scuola e l’educazione sono i pilastri di un popolo che vuole continuare a vivere e dare consistenza alla propria speranza. Accogliendo, perciò, le richieste di molti colleghi e con grande spontaneità, abbiamo cominciato, da tre settimane, a lavorare insieme, grazie a piattaforme telematiche. Ciò ha colmato la ‘distanza’ fisica, e sta generando una nuova ‘vicinanza’, dimensione costitutiva di ogni autentico soggetto educativo. Le azioni che si stanno compiendo sono semplici ed essenziali, ma già tracciano il volto di un’esperienza condivisa”.
Nei prossimi giorni – conclude l’associazione – “cercheremo di rafforzare quanto si è iniziato e anche di progettare nuove iniziative. Lo facciamo per il bene delle nostre scuole, ma anche per il bene della scuola italiana e siamo disposti a offrire ogni nostro sforzo e contributo affinché nessuno, in questo difficile momento, si senta solo nella difficile impresa di educare e di insegnare”.
Per approfondire: www.ilrischioeducativo.org
In allegato il testo della lettera.