“La Fidae, ha sposato fin da subito come principale partner italiano la possibilità di adottare la metodologia ‘Design for change’, nata in India nel 2009 e ideata da Kiran Bir Sethi, tramite il progetto ‘Io posso!’”. Così Virginia Kaladich, presidente della Federazione istituti di attività educative (Fidae), durante la cerimonia di apertura del primo “Children’s global summit”, che si svolge a Roma dal 27 al 30 novembre. L’evento internazionale, che si inserisce all’interno del progetto “Io posso!” e vede la partecipazioni di 2.500 bambini e ragazzi provenienti da 43 Paesi, è promosso dalla Congregazione per l’educazione cattolica della Santa Sede insieme alla Fidae e all’Ufficio internazionale dell’educazione cattolica.
Secondo Virginia Kaladich “i giovani rappresentano la principale risorsa su cui dobbiamo investire perché sono loro che cambieranno il mondo. Un cambiamento “che è urgente come lo stesso Papa Francesco ci dice”. “Lo scopo del progetto – ha precisato – è infatti sensibilizzare i ragazzi e dare loro in mano gli strumenti per sentirsi protagonisti del mutamento tenendo presenti gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e accogliendo la sfida che il Santo Padre ci ha lanciato con la Laudato si’: collaborare per costruire la nostra casa comune”.
A margine la presidente della Fidae, ha inoltre sottolineato l’importanza di questo evento che “sarà di stimolo per coloro che ancora non conoscono ‘Io posso!’ e magari vogliono dare il loro contributo ai problemi ambientali, sociali, della loro comunità”. “Come adulti abbiamo invece il dovere di lasciare ai giovani un mondo credibile. Di dare loro la speranza”, ha concluso.
“‘Design for change’ – ha quindi spiegato Kiran Bir Sethi – offre una semplice formula magica in 4 fasi: senti; immagina; agisci; condividi, che conduce gli studenti a comprendere empaticamente le situazioni, immaginare e mettere in atto soluzioni. Questo sviluppa le abilità del 21° secolo come creatività, pensiero critico, comunicazione, collaborazione, così come competenze socio-emotive”.
“Oltre 2.500 ragazzi da tutto il mondo si incontrano nella nostra città per proporre idee per il futuro e soprattutto soluzioni per il presente. Di questo Roma è orgogliosa”. Così ha esordito la sindaca Virginia Raggi portando il suo saluto alla cerimonia inaugurale. “Il progetto ‘Io posso!’ – ha proseguito la Raggi – ha un grandissimo valore umano, sociale e formativo, e un obiettivo che la nostra amministrazione sostiene: portare dentro le scuole, le famiglie e la società, ‘semi’ concreti di un cambiamento possibile”. Un cambiamento, ha commentato, “di cui i giovani sono i veri protagonisti”.
Raggi ha concluso affermando che “questo progetto significa condividere un metodo attivo di crescita individuale e collettiva, che consente di ridisegnare il domani a partire dalla salvaguardia dell’ambiente e dalla solidarietà, dalla cura della ‘casa comune’, che è il nostro mondo, fino a quella fondamentale, della persona”. Al termine della cerimonia, la sindaca ha consegnato ai rappresentanti dei Paesi presenti la medaglia che commemora i natali di Roma, a sottolineare la dimensione mondiale dell’iniziativa.
Sir, 26 novembre 2019