Rimane il gap tra il Nord e il Sud ma si riduce, nel Mezzogiorno, la variabilità di esiti tra le classi. Sono questi, in sintesi, i principali risultati delle Rilevazioni nazionali degli apprendimenti 2016-17, contenuti nel Rapporto Invalsi presentato ieri al Miur.
Le differenze di esiti delle prove di italiano e matematica tra macro-aree regionali cominciano – si legge nel Rapporto – ad emergere in terza media e si confermano e consolidano ulteriormente in seconda superiore. Discorso diverso per la scuola primaria, dove i risultati del Nord-Est (Bolzano, Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), del Centro ( Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo) e del Sud (Abruzzo, Campania, Molise, Puglia) sono 'relativamente uniformi' e differenze significative rispetto alla media nazionale si osservano solo per il Nord-Ovest (Val- le d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria), sopra la media, e per il Sud e Isole (Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), al di sotto della media.
Il Rapporto analizza la variabilità di risultati tra istituti e classi della medesima area geografica. E nonostante nel Mezzogiorno sia «molto elevata», «si osserva una riduzione sensibile della variabilità degli esiti tra le classi». «Il fatto che nelle scuole del Sud si riduca la differenza di risultati tra classi della stessa scuola può essere un segno importante – commenta Elena Ugolini, già sottosegretario all’Istruzione e dirigente scolastico –. Potrebbe essere l’effetto di un lavoro comune tra i docenti e di un’attenzione particolare alla qualità della proposta didattica».
In generale, tra le Regioni con le migliori performance ci sono Friuli, Veneto, Lombardia e provincia di Trento. «Particolarmente buoni», nel caso della primaria, i risultati di Molise e Basilicata. Mentre «nettamente al di sotto della media nazionale » in tutti i livelli scolastici, Calabria e Sicilia. Questi ultimi dati (riferiti alle primarie, ndr) «sono importanti – sottolinea Ugolini – perché le basi che si mettono alla primaria sono fondamentali. Sono certa che questi alunni quando proseguiranno gli studi avranno risultati migliori di quelli che attualmente conseguono i loro colleghi più grandi». In generale, però, per invertire la rotta e tentare di ridurre il gap Nord sud e ribaltare le differenze che emergono nelle primarie e si confermano in seconda liceo, è importante individuare le 'debolezze'. «Il fatto che in Sardegna 80 studenti su 100 (in seconda superiore) risultino sotto la media in matematica e che in Veneto il numero di studenti con questo livello di preparazione sia di 30 su 100, è molto preoccupante – aggiunge Ugolini –. Stiamo parlando di ragazzi e ragazze con le stesse doti cognitive che hanno fatto lo stesso numero di anni di scuola ed hanno svolto lo stesso tipo di prove. Attribuire questa differenza solo alla diversità del contesto sociale sarebbe assurdo. Per questo vale la pena capire come migliorare l’efficacia della nostra proposta didattica».
(D.Fas.)
Avvenire, 7 luglio 2017