UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Inclusiva, innovativa e personale

Ecco la scuola dei sogni degli studenti
8 Febbraio 2021

La loro scuola dei sogni non è utopica. Basta ascoltare i ragazzi che frequentano oggi licei e istituti di tutta Italia per rendersene conto. Vogliono inclusione, innovazione, percorsi personalizzati che mixino le materie classiche a laboratori dove imparare anche a relazionarsi, a conoscersi e a superare insieme paure e timori. Cose non impossibili a pensarci bene. Con “#Leparolechesiamo, la scuola che vogliamo”, progetto giunto ormai alla terza edizione, 190 ragazzi di quarta superiore in 13 scuole di tutta Italia hanno potuto portare il loro pensiero su cosa serve nella scuola del futuro.

Il metodo è quello dei Future Lab: attraverso 15 laboratori tematici coordinati dal TRAILab dell’Università Cattolica gli studenti hanno ragionato su cosa funziona e cosa no della scuola di oggi. Nella prima fase i ricercatori hanno chiesto loro di immaginare un futuro distopico e uno utopico per la scuola, tenendo l'orizzonte temporale del 2030, mentre nella seconda fase, aperta il 2 febbraio, dovranno calare queste riflessioni in progetti concreti: «Entro il 16 aprile raccoglieremo tutte le proposte -spiega Paolo Reiniero, direttore marketing di Mondadori Education, capofila del progetto-. I dieci progetti più interessanti e realizzabili saranno selezionati, di questi tre saranno inseriti in un percorso di crowdfunding e presentati alle istituzioni scolastiche».

«Ci ha colpito che a fronte di una fase distopica con paure molto forti, le loro utopie riguardo alla scuola i ragazzi non hanno raccontato cose inarrivabili, anzi: in diversi paesi europei alcune delle loro richieste sono già pratiche operative -ha spiegato la docente di Psicologia dello Sviluppo dell’Università Cattolica Emanuela Confalonieri-. Nei loro progetti non mettono mai in dubbio il valore della scuola, anzi ne riconoscono l’importanza per la loro formazione ed è lì che vorrebbero trovare questi aspetti. Ma oggi faticano a riconoscerla come un luogo decisivo per la loro crescita».

Essere presi sul serio e poter fare qualcosa di concreto: ai ragazzi che hanno partecipato già solo questo è sembrato un passo avanti: «Ci siamo sentiti ascoltati, compresi e capiti da una figura istituzionale che può dare risposte concrete ai nostri problemi» conferma Emanuela Castaldo, studentessa di Enna. Per lo studente milanese Francesco Bollani «C’è un problema di meritocrazia, ancora oggi per avere una formazione adeguata l’idea è che ti deve andare bene per trovare i professori bravi». Da Catania gli fa eco Emilio Luppino: «Il progetto ci ha permesso di capire meglio cosa vogliamo e di entrare nell’ottica dei professori. Penso inoltre che la scuola non sia più abituata al concetto di bello. Per molti alunni equivale a un carcere, studiare nel degrado sicuramente non aiuta a migliorare questa percezione».

E i professori sono in perfetta sintonia: «La scuola deve affascinare, coinvolgere –afferma Rosanna Spezzati, professoressa di Storia e Italiano dell’Istituto Tecnico Notarangelo Rosati di Foggia-. La scuola deve formare la persona, non deve essere un’azienda con l’unico obbiettivo delle performance. Vedo però anche disamore verso il sapere e scarsa motivazione in una parte della popolazione studentesca. La scuola deve interrogarsi su questo. Lo studio implica sacrifici, oggi invece i ragazzi sono immersi nel “tutto e subito”, in una società dove la visibilità è tutto perché impegnarsi e pensare se basta un video su Tik Tok? Dobbiamo fornire ai ragazzi i mezzi per decodificare il mondo».

«Nell’impegno di Intesa Sanpaolo – dichiara Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università Intesa Sanpaolo – c’è da sempre l’attenzione ai giovani, alla loro formazione e al successivo accesso al mondo del lavoro, elementi entrati a pieno titolo nel nostro Piano di Impresa. Con il nostro coinvolgimento in questa iniziativa confermiamo la nostra vicinanza agli studenti con progetti mirati e adatti alle differenti fasce d’età per aiutarli ad affrontare con sicurezza le sfide del futuro e cogliere le opportunità di crescita formativa e personale».

Michele Nardi

CattolicaNews, 5 febbraio 2021