UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In classe, per combattere l’usura

Studenti testimonial dell’impegno per la legalità
13 Febbraio 2021

La lotta all’usura parte dalla scuola. È stato l’istituto professionale Casanova, a Napoli, ad aggiudicarsi il premio padre Massimo Rastrelli, indetto dalla Fondazione che da trent’anni, in suo nome, combatte e affianca in città le famiglie disperate e indebitate. Ieri mattina, un convegno per ricordare il gesuita che ebbe una intuizione, trenta anni fa, e che con sole trecento lire in tasca, decise di «assistere e sostenere chiunque» fosse «vittima dell’usura» o si trovasse «nelle condizioni di diventarlo».

Oggi la 'Fondazione S. Giuseppe Moscati' ha ben altri numeri: nel 2019, sono stati erogati 2 milioni e 100 mila euro con 190 pratiche portate a compimento; nel 2020 un milione e 700mila euro erogati e quasi 100 pratiche. Ma l’usura continua ad essere una piaga: a tal punto che diventa materia di temi scolastici, poesie, video. All’istituto Casanova il merito di sensibilizzare al contrasto all’usura e al gioco d’azzardo e perciò i ragazzi sono stati premiati con un monitor da utilizzare in aula. È il terzo anno che la Fondazione strizza l’occhio al mondo giovanile: «La prevenzione inizia in classe – spiega il riconfermato presidente Amedeo Scaramella – . Vuole un esempio? Bisogna denunciare che proprio di fronte alla scuola c’è una sala giochi, nonostante il regolamento comunale che recepisce la legge regionale, lo vieti esplicitamente. Lo abbiamo segnalato alle autorità, ma per ora tutto tace». In questi trent’anni 5mila prestiti sono stati concessi per quasi 50 milioni di euro, oltre alle consulenze legali, alle transazioni bancarie e fiscali. Senza mai rinunciare ai principi ignaziani di carità, solidarietà, condivisione, mantenendo la gratuità.

«I nostri utenti pur non avendo credito redditizio – ricorda Scaramella – hanno una dignità: abbiamo fino ad ora solo il 9 per cento di insoluti». È chiaro che la pandemia ha messo a dura prova le famiglie napoletane e anche fare la spesa è diventato un problema. «È cambiata la diffusione del fenomeno, che appare essere sempre più capillare – aggiunge il presidente del comitato d’onore della Fondazione, Sergio Rastrelli –. Accanto alla figura tradizionale dello strozzino, sono comparse nuove forme di connivenze definibili come usura di prossimità: sono i vicini di casa i nuovi usurai».

Poi c’è la criminalità organizzata, che oggi intercetta rapidamente i bisogni e agisce in maniera rapida, immettendo in circuito anche ingenti quantità di denaro. «Per le famiglie che si indebitano cercando di sopravvivere in qualche modo, diventa così impossibile sdebitarsi dai prestiti usurari». Ecco, allora, che la Fondazione (capofila di in Italia di altre 34, costituitesi in una Consulta nazionale) chiede al governo più tutela per la famiglia. «Attualmente, infatti, chi chiede aiuto non può restituire il prestito perché ha perso il lavoro, a causa della pandemia. Perciò chiediamo l’aumento di un contributo da elargire a fondo perduto, prevedendo che si possa anche non restituire».

Rosanna Borzillo

Avvenire, 12 febbraio 2021