Donare, donarsi e affidarsi. Tre parole con cui accogliere l'anno scolastico nuovo. Quello che inizia in queste ore, del quale sentiremo il primo suono della campanella mercoledì. Nuovo per chi dirige, per chi insegna. Per chi entra a scuola per l'ultimo anno di corso o chi vive l'emozione del primo giorno. Nuovo, novus - in latino - che porta novità. Non solo - o non strettamente - quelle dettate dal mondo della politica o dell'istruzione. Che anche questa estate ce ne hanno riservate delle belle. Nuovo perché ciascuno di noi - anche chi non fa parte di questo mondo - ricomincia con uno slancio diverso. Fatto di promesse, di propositi. Di speranza di cambiamento. Di sguardo lontano.
Tre termini, quindi. Donare: dedicarsi completamente. A quell'allievo che hai li davanti, che magari fa fatica e non capisce il perché. Accompagnarlo in un cammino, spronarlo. Gioire con lui. Magari anche piangere. Dono come forma di esperienza: che rende straordinaria la quotidianità e risponde alla sua - oltre che nostra - domanda di felicità. Dono che è relazione. E la donazione è l’oggetto di questa relazione. Quindi, donarsi. È generativo. A dimostrazione che dono e donazione non sono la stessa cosa e che la donazione diventa autentica quando è segno di una relazione che la precede.
Ma tutto ciò non può davvero giungere a compimento senza l'affidarsi. Chiediamo ancora aiuto ai latini: confido. Che splendido termine. Sa di umano e di divino. Di profondamente penetrante l'uno nell'altro. "Confido in Te". O, meglio: "Io e te confidiamo in Lui". Non solo nel momento di scoramento, di sfiducia, di difficoltà. "Confido" che ogni istante di questo cammino sia benedetto dall'Alto. Perché non esiste un solo giorno nella vita di ciascuno dove capita di non essere capaci a fare qualcosa, a carpire uno sguardo che dietro nasconde qualcosa, ad usare la parola giusta al momento giusto. Per questo è anche pedagogico l'Affidarsi. Ci fa capire che da soli possiamo fino ad un certo punto. Che per quell'allievo, per quella famiglia, per quel contesto... tutto ciò che facciamo di umano - appunto - non basta. Bisogna andare oltre. Guardando in Alto. Appunto, affidando. E riconoscendo che, non si tratta di bravura o di intelligenza. Ma di natura. Da soli, non possiamo fare nulla. E noi, soli, non lo siamo mai.
Paolo Usellini
L’Azione, 6 settembre 2024