UFFICIO NAZIONALE PER L'EDUCAZIONE, LA SCUOLA E L'UNIVERSITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

In cinque anni 9.600 prof in meno

Scuola, è scontro fra il ministro Bianchi e i sindacati
5 Maggio 2022

È scattata ieri la mobilitazione dei sindacati della scuola contro la riforma del reclutamento, contenuta nel decreto Pnrr2 pubblicato sabato sera sulla Gazzetta Ufficiale. L’agitazione è stata proclamata da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, che hanno già annunciato l’intenzione di proclamare uno sciopero del personale se il Parlamento non modificherà il testo. Il sindacato autonomo Anief ha, invece, già previsto una giornata di astensione dal lavoro per venerdì. «È un decreto che disvela la sindrome di Erode che guida la politica scolastica», commenta Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola. Per Anief, il decreto pubblicato in Gazzetta è addirittura un testo peggiorativo rispetto alla bozza iniziale. Rino Di Meglio che guida la Gilda, parla di «un provvedimento inaccettabile nel metodo e nel merito, che umilia gli insegnanti, il ministero dell’Istruzione e il Parlamento che viene esautorato delle sue funzioni istituzionali».

I sindacati calcolano i tagli agli organici di diritto: 1.600 posti per il 2026/27, 2mila posti per il 2027/28, 2mila posti per il 2028/29, 2mila posti per il 2029/30 e altri 2mila posti in meno per il 2030/31. Ulteriori riduzioni potranno, inoltre, essere previste in base ai pensionamenti. Complessivamente, dunque, entro il 2030 gli organici dei docenti saranno ridotti di 9.600 unità con il blocco del turn over.

«Ancora una volta si decidono questioni di grande rilievo per il sistema scolastico attraverso atti unilaterali addirittura con Decreto legge, sfuggendo da o- gni confronto con il mondo della scuola – si legge in una nota unitaria di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams –. La consapevolezza che la partecipazione al cambiamento contribuisce, accrescendone la qualità e il valore, ai processi di innovazione, evidentemente in questa fase manca del tutto al governo e alla “politica”».

Di diverso parere il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, secondo cui il provvedimento dell’esecutivo «presenta elementi di indubbio interesse. Tra le novità più positive, l’introduzione di un percorso universitario e accademico di formazione iniziale», sottolinea il presidente dell’Anp. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, dal canto suo, rassicura: «Non si tagliano risorse economiche ». «Abbiamo fatto un’operazione importantissima – spiega – nonostante una caduta demografica notevole che è il vero problema del Paese, tutte le risorse che da qui al 2026 sono legate alla minore natalità, rimangono nella scuola: manteniamo il numero di insegnanti e la numerosità delle classi per introdurre anche una parte di attività di scienze motorie ». E a chi gli chiede un commento sulle critiche dei sindacati, risponde: «Io rispetto tutti i contributi. Partono ora 90 giorni di dibattito parlamentare, sono sicuro che tutto quello che può essere migliorato verrà migliorato. Il Parlamento avrà modo di discutere e ascoltare tutte le voci».

Intanto, partono oggi le prove per le classi di concorso per le materie Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), nell’ambito del concorso straordinario bis per l’assunzione di insegnanti per le scuole medie e superiori. Sono previsti 37.158 partecipanti per 1.685 posti messi a bando: per la classe A020 (Fisica) ci sono 2.825 partecipanti per 202 posti, per la A026 (Matematica) sono 7.657 per 438 posti, per la A027 (Matematica e Fisica) sono 3.820 per 421 posti, per la A028 (Matematica e Scienze) sono 19.305 per 366 posti e per la A041 (Scienze e Tecnologie informatiche), sono 3.551 per 258 posti.

Ma in questi ultimi giorni sono tante le polemiche legate alla decisione del ministero dell’Istruzione - rilanciata anche dagli Uffici scolastici regionali - di vietare l’utilizzo di carta e penna ai candidati che sosterranno la prova scritta delle cinque diverse discipline. «Come facciamo a fare calcoli complessi a mente?», è la domanda che quasi tutti si fanno. Sul web circola una petizione lanciata da un gruppo di candidati. E c’è già chi annuncia ricorsi su questo punto.

Paolo Ferrario

Avvenire, 3 maggio 2022