Giovedì mattina il vescovo di Lodi si è recato nella scuola diocesana cittadina di via Legnano per augurare a scolari, studenti e studentesse, dirigenti, docenti e genitori: «Buon anno scolastico». Gli auguri sono stati rivolti alle scuole dirette dalla preside Giusi Vignati e dal rettore del Collegio vescovile don Carlo Groppi, ma idealmente anche a tutti gli istituti della diocesi e della provincia e ai giovani universitari lodigiani anticipando l’invito a ripartire con simpatia incoraggiante.
All’inizio della mattinata monsignor Malvestiti si è intrattenuto con gli alunni della prima classe primaria accompagnati da numerosi genitori, poi con gli studenti della secondaria di primo grado ed infine con i restanti alunni della primaria, questi ultimi incontrati nella struttura polivalente dell’Happy Space collocato nel cortile esterno della scuola.
Ai “primini” e familiari il vescovo Maurizio ha ricordato come «la scuola possa diventare una famiglia solo se la famiglia non dimentica di essere la prima scuola, cercando cioè di interagire per coltivare il bene incomparabile dell’educazione». Quindi due criteri da seguire: «Non perdere la speranza se qualcosa non va, considerando, tuttavia, che l’innocentismo porta solo alla diseducazione». Ai genitori, nello specifico, il vescovo ha parlato della forza di emancipazione della scuola e del valore dei “veri maestri” che rimangono indimenticabili nella vita intera.
Poi l’incontro con i più grandi: «I ragazzi di oggi – ha spiegato il vescovo - sono troppo immersi nella rete. Il nostro cervello è come una spugna: se stiamo davanti allo schermo di un computer per tanto tempo assorbiamo non solo l’acqua tersa, ma pure quella torbida. Il cervello che si allena a progettare ed accompagnare l’intera esistenza deve essere imbevuto di positività. Guardiamoci dal male. Non lasciamoci impregnare da esso».
Quindi l’auspicio di inizio anno: «Speriamo di avere dirigenti e docenti che aiutino a discernere, distinguendo ciò che costruisce da ciò che blocca la crescita». Infine, un terzo cardine, ossia «non cadere nel consiglio dei beffardi», sulla parola biblica, fronteggiando l’influenza di quanti sbeffeggiano la volontà buona imponendosi con arroganza». La “buona volontà” è una “buona notizia”, un Vangelo, che coincide con la persona di Gesù, ha detto il vescovo. Infine, l’interessante “duetto” dei “sì” e dei “no”: «Per avere il sì che costruisce e ci fa diventare grandi dovete accettare qualche no che vi arriva da genitori e insegnanti. Nel Vangelo Gesù ha detto sì al sì, ossia al vero, e no al contrario della verità».
Avvenire Lodi sette, 15 settembre 2024